Il Tribunale arbitrale dello sport (Tas) si è pronunciato a sfavore del ricorso presentato dal ciclista colombiano Nairo Quintana (32), che aveva fatto appello alla sanzione che gli era stata comminata durante l'ultimo Tour de France di ciclismo. La squalifica, arrivata a causa dell'uso di un antidolorifico vietato dal regolamento medico, è stata confermata dalla massima autorità sportiva, che ha giustificato la presenza di tramadolo nel sangue del colombiano come motivo della sanzione.
Quintana, che si era piazzato al sesto posto della classifica del Tour, la corsa più prestigiosa in assoluto, era stato punito ufficialmente lo scorso 17 agosto dall'UCI (Unione Ciclistica Internazionale). La stessa organizzazione mondiale, infatti, vieta il tramadolo, la sostanza incriminata, dal marzo 2019, circostanza che ha fatto scattare subito l'allarme dopo il primo positivo da parte dello scalatore sudamericano.
Quintana, uno dei ciclisti più talentuosi nelle salite di montagna, è stato campione del Giro d'Italia nel 2014. Nel suo curriculum il colombiano vanta anche un trionfo alla Vuelta di Spagna nel 2015 e due secondi posti la Grande Boucle, quella corsa la cui ultima edizione gli ha riservato una brutta sorpresa. Attualmente senza squadra per l'anno che verrà, Quintana dovrà adesso provare a riscattarsi quanto prima dopo la conferma della squalifica.