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Australian Open, countdown verso la finale: Sinner sfida la sua (ex) bestia nera Medvedev

Raffaele R. Riverso
I finalisti del primo Grande Slam della stagione
I finalisti del primo Grande Slam della stagioneProfimedia
Il tennista azzurro ha perso i primi sei incontri disputati contro il campione russo. Il sorpasso, però, è arrivato nell'ultima parte della scorsa stagione, quando il tennista azzurro ha battuto il russo tre volte di fila.

Tra Jannik Sinner e il primo trionfo in un torneo del Grande Slam c'è il tennista che, sino a poco tempo fa, era la sua bestia nera: Daniil Medvedev. Un avversario contro cui l'azzurro non riusciva proprio a sentirsi a suo agio. Prova ne siano le sei sconfitte consecutive con cui si sono conclusi i primi sei match contro di lui.

Ed è per questa ragione che uno dei segnali più importanti a conferma della crescita del fenomeno altoatesino è stato quello rappresentato dalle tre vittorie (Finals comprese) ottenute contro il campione russo nella sua spettacolare ultima parte di stagione che è valsa una Coppa Davis all'Italia e, più in generale, ha fatto capire al mondo che, in Australia, tutti avrebbero dovuto fare i conti con lui.

Una cosapevolezza nei propri mezzi che Sinner ha rafforzato ulteriormente nelle ultime due settimane, percorse ad altissima velocità, come dimostra il fatto che esclusivamente Novak Djokovic in semifinale - e soltanto al tie break - è riuscito a strappargli un set.

L'asso nella manica

Ed è questa la differenza principale che separa Jannik da un Medvedev che, invece, ha avuto un andamento irregolare nel torneo, vincendo soltanto una volta, contro Felix Auger-Aliassime, in tre set e dovendo ricorrere al quinto in ben tre occasioni.

L'ultima, in semifinale, contro un Alexander Zverev che era addirittura riuscito a vincere i primi due parziali, prima di cedere il passo al ritorno del geniale avversario che, domenica prossima, disputerà la sua terza finale a Melbourne con l'obiettivo di vincere il suo secondo Slam dopo il titolo conquistato a Flushing Meadows nel 2021.

Ed è proprio sulla maggiore esperienza in questo tipo di incontri - il suo unico asso nella manica - che Medvedev proverà a poggiare le basi delle proprie ambizioni di vittoria. E già, perché per quanto visto sinora in Australia, il chiaro favorito in vista della finale non è lui, ma il suo rivale. E Daniil è il primo a essere cosciente che, a differenza di Zverev, se non scenderà in campo con la giusta concentrazione, non gli concederà né l'opportunità né il tempo di ritrovarsi.

Schiacciasassi col sorriso

A spaventare i rivali dell'azzurro - prima di affrontarlo nei quarti Rublev disse che si era "cacciato nei guai" - è la regolarità della sua traiettoria. Un Sinner che in nessun momento ha avuto segni di cedimento, dimostrando, contrariamente al suo prossimo avversario, un livello di concentrazione degna del miglior Djokovic.

Uno schiacciasassi, ma sempre "con il sorriso", come lui stesso tiene a sottolineare da qualche tempo a questa parte, segnale evidente di come la crescita tecnico-tattica è stata accompagnata da quella mentale che gli permette, oggi, di evitare gli errori di ieri, quelli che avevano fatto pensare che sarebbe anche potuto entrare nella top 3, ma che Carlos Alcaraz sarebbe stato comunque inarrivabile (e non ci riferiamo agli scontri diretti, ma al ranking).

E, invece, no: Jannik punta in alto e la Rod Laver Arena potrebbe essere il primo grande teatro dei sogni a essere testimone della definitiva esplosione del campione che ha l'ambizione e la qualità necessarie per diventare il miglior tennista italiano della storia.