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Supercoppa di Spagna: che Clásico in Arabia, Acelotti e Xavi per la finale attesa da tutti

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Supercoppa di Spagna: che Clásico in Arabia, Acelotti e Xavi per la finale attesa da tutti
Supercoppa di Spagna: che Clásico in Arabia, Acelotti e Xavi per la finale attesa da tuttiProfimedia
Dopo aver superato ai rigori il Valencia e il Betis, le due regine della Liga si contenderanno, domenica prossima a Riad, il primo titolo stagionale. Il Real Madrid di Carlo Ancelotti è reduce dalla sconfitta a Vila-real e dalla brutta prestazione in semifinale contro la squadra di Gennaro Gattuso. Per quanto riguarda Xavi Hernández, invece, le sue preoccupazioni riguardano soprattutto la propria retroguardia. La Federcalcio spagnola, però, si gode la sua finalissima.

La finale che tutti volevano, sebbene nessuno avesse il coraggio a dirlo. E, del resto, quando ha deciso di portare la Supercoppa fuori dai confini nazionali e allargare da due a quattro il numero delle squadre partecipanti, l'obiettivo malcelato della Federcalcio spagnola era proprio quella di esportare il proprio prodotto più pregiato: il Clásico.

E già, perché l'attuale formula - che, per essere onesti fino in fondo, ha dato un pizzico di dignità a un trofeo snobbato - stabilisce che partecipare al torneo siano, infatti, le prime due classificate in campionato e le due finaliste della Copa del Rey ed è davvero molto complicato che merengue e blaugrana rimangano fuori dall'equazione.

Prova ne sia che le uniche due squadre ad aver partecipato a tutte e quattro le edizioni con il nuovo formato sono proprio Real Madrid e Barcellona. Non sempre, però, le cose sono andate come gli organizzatori, sotto sotto, avrebbero preferito.

A rovinare la festa nel 2020 ci ha pensato, infatti, l'Atlético Madrid che, al King Abdullah di Gedda, ha eliminato il Barça in semifinale, grazie ai due gol segnati nei minuti finali di Alvaro Morata e Angel Correa. I colchoneros, però, avrebbero poi perso la finale contro il Real.

L'anno successivo, a intromettersi tra i blancos e i blaugrana è stato l'Athletic Club di Bilbao. I baschi, infatti, furono capaci di far fuori, prima, il Real in semifinale e, poi, il Barça nella finalissima.

Dodici mesi fa, invece, il pericolo di non disputare un Clásico oltreconfine è stato evitato sin dalle semifinali, una delle quali mise di fronte proprio i catalani ai madridisti. A spuntarla, nello stesso stadio in cui si disputerà la finale di domenica prossima, furono i merengue, grazie alla rete di Federico Valverde nel primo dei due tempi supplementari disputati. Real che conquistò, poi, in finale contro l'Athletic Club, la sua dodicesima Supercoppa di Spagna.

Federico Valverde
Federico ValverdeAFP

C'è soltanto una squadra ad averne vinte di più. Provate a indovinare? Sì, è il Barcellona. Ed è proprio per questa ragione che, riuscendo a battere i blaugrana tra due giorni, la squadra della capitale culminerebbe la propria rimonta cominciata tre anni fa.

Non sarà semplice, però, per questo Real avere la meglio del Barcellona. Sebbene nel primo Clásico stagionale, Karim Benzema e compagnia non abbiano avuto grosse difficoltà a imporsi sull'eterno rivale (3-1), la verità è che la squadra di Carlo Ancelotti non arriva in splendida forma all'incontro.

Dopo essere caduti sul campo di Villarreal lo scorso fine settimana, infatti, anche nella semifinale vinta ai rigori contro il Valencia, i blancos non hanno dato una bella immagine. Tutt'altro: privi di idee e, per ampi tratti, anche di quel sentimento di ribellione che la scorsa primavera gli permise di vincere una Champions League in maniera incredibile.

Se Atene piange, Sparta non ride. Nemmeno Xavi Hernández, infatti, può ritenersi completamente soddisfatto delle partite disputate dalla propria squadra dalla ripartenza post Mondiale. Di certo, però, dopo il deludente pareggio nel derby di capodanno contro l'Espanyol, la vittoria contro l'Atlético Madrid è servita ad alzare il morale delle truppe blaugrana.

Discorso a parte, invece, per la gara di semifinale vinta ieri contro il Betis ai rigori. La partita, a differenza di quella disputata 24 ore prima tra il Real e il Valencia, è stata giocata a viso aperto da entrambe le squadre che hanno messo in mostra la propria vocazione offensiva e una filosofia di gioco che tende a tenere in conto il concetto di "entertainment".

Allo stesso tempo, però, il Barcellona ha ostentato le troppo spesso ricorrenti amnesie difensive che potrebbe pagare a caro prezzo in finale. E già, perché se è vero che il Real non arriva bene alla supersfida, è altrettanto vero che poche squadre hanno saputo dimostrare di poter risorgere in questione di giorni - e di minuti! - come il Real Madrid di Carletto.