Storie di calciomercato: estate del 2001, la Juve post Zidane
Dopo le vittorie delle romane nel 2000 e nel 2001, a Torino iniziano a capire che bisogna fare qualcosa per riportare l’epicentro del successo in Piemonte. E la campagna acquisti della Juventus nell’estate del 2001 è di quelle speciali. Il tutto grazie alla vendita di un tale Zinedine Zidane, che viene ceduto al Real Madrid per una cifra intorno ai 77,5 milioni di euro, una somma che permise a Luciano Moggi di improntare un virtuosissimo mercato.
Con quella base, infatti, l’allora direttore sportivo bianconero riuscì a imbastire un mercato nel quale portò in bianconero Gianluigi Buffon (52 milioni), Pavel Nedved (45 milioni) e Lilian Thuram (36 milioni), che sarebbero subito diventati tre pilastri di un progetto iniziato da Marcello Lippi, che sarebbe diventato campione quell'anno, e poi continuato in futuro da Fabio Capello. Il primo sarebbe diventato un simbolo della Vecchia Signora, mentre il centrocampista ceco avrebbe poi operato anche come dirigente in futuro.
Cassano con Totti
Dopo aver sorpreso negli anni precedenti con la maglia del Bari, squadra della sua città, Antonio Cassano era stato avvicinato a tantissime grandi squadre italiane. A spuntarla, però, fu la Roma che sborsando 31 milioni di euro si assicurò il talento pugliese. L'obiettivo dell'allora presidente Sensi, oltre quello di strapparlo alla concorrenza, era quello di costruire un attacco fantasioso insieme a Francesco Totti.
Ripetersi in campionato sarebbe stato difficile, e in effetti così fu, nonostante insieme i due attaccanti fecero faville a livello di gioco, trascinando comunque i giallorossi a un importante secondo posto che valse la qualificazione diretta alla Champions League. Fantantonio avrebbe giocato tre stagioni e mezzo in giallorosso, prima di partire per Madrid nel gennaio 2006 dopo delle incomprensioni con l'ambiente e con lo stesso Totti.
Pirlo in rossonero
Erano anni che da trequartista veniva prestato un po' ovunque dall'Inter, dove prima Roberto Baggio e poi Alvaro Recoba ne tappavano il talento. Poi, il periodo a Brescia in concomitanza proprio con il Divin Codino cambiò la vita di Andrea Pirlo, capace di riciclarsi alla grande come regista grazie all'intuizione di Carlo Mazzone. La sua mezza stagione con le Rondinelle non convinse però l'Inter nella quale il tecnico argentino Hector Cuper non contemplava la presenza di un vero e proprio direttore d'orchestra in mezzo al campo.
Pirlo fu così ceduto al Milan in cambio di 17 milioni e il centrocampista argentino Andrés Guglielminpietro, un pallino di Cuper. In rossonero il bresciano trovò Carlo Ancelotti, arrivato anch'egli in quella stessa sessione estiva con tutti i dubbi del caso. E fu l'allenatore emiliano a continuare quanto di buono impiantato da Mazzone, facendo fiorire il talento di Pirlo come regista. Un talento che in rossonero avrebbe brillato per dieci anni, un periodo nel quale sarebbe stato l'origine del gioco di una squadra capace di vincere due volte la Champions e altrettante volte il campionato.
Zidane al Real Madrid
Un artista come pochi, ma che a Torino aveva fatto il suo tempo. O meglio, avendo attirato fortemente l'attenzione del presidente del Real Madrid, un megalomane come Florentino Perez, era stato praticamente costretto a lasciare la Juventus. Zinedine Zidane rientrava infatti nella politica dei Galacticos resa celebre dal patron merengue, che arrivato un anno prima al Santiago Bernabeu aveva fatto capire che ogni suo desiderio sarebbe diventato realtà.
E per estorcere il funambolo francese alla Vecchia Signora furono necessari circa 150 miliardi di lire, una cifra mai vista fino a quel momento. Seguendo il filo rosso tracciato anni prima da Silvio Berlusconi, Perez usò tutto il denaro a disposizione, e anche quello che non aveva, per convincere sia la Juve sia il francese ad accettare la sua offerta. Eclettico e fantasioso, Zidane avrebbe tratto beneficio del passaggio in Liga, dove si giocava un calcio più armonioso, e sarebbe stato subito protagonista decidendo con il Real una finale di Champions League. E non certo in un modo qualunque bensì con il gol del 2-1 sotto forma di una conclusione al volo di sinistro. Un gol che a Madrid ancora ricordano con passione.