Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Stangata Juventus: quel vizio di forma che potrebbe riaprire i giochi ribaltandoli

Stangata Juventus: quel vizio di forma che potrebbe riaprire i giochi ribaltandoli
Stangata Juventus: quel vizio di forma che potrebbe riaprire i giochi ribaltandoliAFP
Secondo quanto pubblicato dal quotidiano Tuttosport potrebbe esserci stata una irregolarità nei tempi. Il quotidiano torinese chiama in ballo l'articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva: "Le decisioni adottate possono essere impugnate per revocazione entro trenta giorni". È andata così?

Cosciente dei grandi ostacoli che troverà nel proprio tentativo di ribaltare la decisione della Corte federale - 15 punti di penalizzazione alla squadra e inibizione della cupola dirigenziale guidata da Andrea Agnelli, la Juventus potrebbe appigliarsi a un vizio di forma.

A renderlo noto è stato il quotidiano Tuttosport che nella sua edizione di oggi tira in ballo l'articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva che recita: "Tutte le decisioni adottate dagli organi di giustizia sportiva, inappellabili o divenute irrevocabili, possono essere impugnate per revocazione innanzi alla Corte federale di appello entro trenta giorni dalla scoperta del fatto o dal rinvenimento dei documenti".

Andrea Agnelli e i suoi uomini
Andrea Agnelli e i suoi uominiAFP

Ebbene questo termine temporale potrebbe non essere stato rispettato: "Chiné ha ricevuto dalla Procura di Torino gli atti dell’inchiesta Prisma in data 24 novembre e il successivo 22 dicembre ha richiesto la parziale revocazione della decisione presa dalla Corte Federale d’Appello nello scorso mese di maggio. Giorni intercorsi tra il ricevimento del faldone e la decisione di riaprire il caso: ventotto. Iter seguito alla lettera, dunque?".

Questa la domanda che si pone il giornale torinese che, allo stesso tempo, si dà una risposta: "La richiesta di poter accedere agli incartamenti prodotti dai magistrati torinesi, infatti, risale in realtà al 27 ottobre. E, dunque, quasi due mesi prima rispetto alla suddetta richiesta di revocazione, ben al di fuori dei limiti temporali imposti dal Codice di Giustizia Sportiva".

Una situazione che conduce a ad altri interrogativi: "Perché, dunque, intercorre quasi un mese tra la richiesta e la consegna dei documenti? E in quali mani sono state, eventualmente, le copie – cartacee e digitali – di quel faldone?".

Ed è proprio qui che potrebbe entrare in gioco il vizio di forma che Tuttosport definisce un aspetto "quasi marginale rispetto alle tesi difensive della Juventus, che entrano nel merito e nella sostanza di accuse", ma che, però, potrebbe essere anche quello decisivo.