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Sei Nazioni, Quesada: "Nella mia Italia voglio passione e fuoco sacro"

Diretta
Il ct Quesada posa accanto al trofeo insieme a capitan Lamaro
Il ct Quesada posa accanto al trofeo insieme a capitan LamaroProfimedia
Il ct degli azzurri ha assicurato che vuole "rendere più forte il lato latino del rugby italiano"

"Sono cresciuto in Argentina guardando il Sei Nazioni a febbraio con le serrande dei negozi abbassate e gli inni a tutto volume. Essere il primo allenatore argentino di una nazionale che gioca nel Sei Nazioni mi fa sentire orgoglioso, è un vero onore e un grande privilegio. L'emozione è tanta, ma devo restare razionale per analizzare le prossime partite".

Lo ha detto il ct dell'Italrugby Gonzalo Quesada a Dublino nel corso della presentazione del torneo di quest'anno che comincerà venerdì 2 febbraio con Francia-Irlanda a Marsiglia e che vedrà impegnati il giorno dopo, sabato 3 (inizio alle 15,15) gli azzurri all'Olimpico contro l'Inghilterra terza classificata ai recenti Mondiali. 

"Ho avuto l'opportunità come assistente della nazionale francese di vivere l'esperienza delle Sei Nazioni - dice ancora Quesada - , ma da capo allenatore è un'altra cosa". Il 49enne ex mediano d'apertura sottolinea poi di "rispettare molto" il lavoro svolto dal suo predecessore, il neozelandese Kieran Crowley, ma di aver percepito che a quella Italia "mancava la passione latina".

"Sono latino ma ho un modo di pensare anglosassone - spiega Quesada - , tuttavia apprezzo molto le emozioni latine. Per me sono molto importanti, soprattutto quando giochiamo a rugby. Nella mia Italia voglio un po' più di passione e fuoco sacro. Voglio rendere più forte il lato latino del rugby italiano".