Un field goal all'ultimo minuto ha permesso ai Kansas City Chiefs di battere i Cincinnati Bengals, 23-20, nella finale dell'AFC Championship e staccare, così, il biglietto per la LVII edizione del Super Bowl, in programma nella notte tra domenica e lunedì allo State Farm Stadium de Glendale (Arizona), dove troveranno i Philadelphia Eagles che, dalla loro, hanno avuto la meglio dei San Francisco 49ers (31-7).
Nonostante i postumi della distorsione alla caviglia con i quali si è presentato all'incontro, Patrick Mahomes si è reso protagonista, a pochi secondi dalla fine, di un eroico sprint che ha regalato ai Chiefs il primo down decisivo.
E già, perché Harrison Butker non ha fallito il field gol calciato dalla linea delle 43 yards fissando il risultato sul definitivo 23-20 a favore della propria squadra.
"Il nostro lavoro non è finito qui", ha assicurato a fine gara l'allenatore di Kansas City, Andy Reid, ai propri tifosi: "Abbiamo alcuni allenamenti qui e dovrme sbrigare l'ultima pratica. Non vedo l'ora".
E dire che i Bengals erano arrivati a Kansas City con una filotto di 10 vittorie consecutive, ma all'inizio hanno faticato a mantenere la calma travolti dall'euforia incontenibile dei tifosi di casa, che ha invece caricato a molla la difesa della propria squadra che ha neutralizzato quattro volte nel primo tempo il quarterback di Cincinnati, Joe Burrow.
Nel terzo quarto, però, Burrow era risucito a riportare in partita con un lancio da 27 yard trasformato in touchdown da Tee Higgins, provocando però la reazione di Mahomes che ha guidato i Chiefs alla rivincita dopo la sconfitta rimediata contro i Bengals nella finale dello scorso anno in quello che fu anche l'unico passo falso, prima del Super bowl, commesso dai Chiefs nelle ultime quattro stagioni. Periodo di tempo che ha consacrato Mahomes come il numero della Nfl e degno erede di Tom Brady.
Mahomes e Brady sono, infatti, gli unici due quarterback titolari della storia della lega a essere arrivati a tre Super Bowl nelle loro prime sei campagne: "Voglio ringraziare dio, è stato lui a curare il mio corpo negli ultimi sette giorni - ha assicurato il leader dei Chiefs - . Nello spogliatoio ci siamo detti che saremmo dovuti scendere in campo e giocare come un blocco dimostrando di essere una grande squadra". Ed è proprio quello che hanno fatto.