La sconfitta contro l'Inter dello scorso 4 gennaio aveva gettato ombre su un Napoli fino a quel momento pressoché perfetto. I tifosi azzurri avevano rivisto i fantasmi del passato, quando dopo un inizio incredibile, la squadra partenopea aveva vissuto diversi momenti di appannamento che le erano costati non solo il titolo, ma che l'avevano rilegata addirittura al terzo posto a quota 79 punti. Paure che la vittoria sulla Juventus ha spazzato via, confermando che il salto di qualità degli azzurri è molto più che solo un'impressione.
A scendere in campo venerdì sera al Maradona è stata una squadra pressoché perfetta, che ha aggiunto cinque reti al conteggio che vale il miglior attacco della Serie A. Impossibile non esaltare le prestazioni di Kvicha Kvaratskhelia (21) e Victor Osimhen (24), rispettivamente a quota 7 e 12 gol in stagione, autori di tre dei cinque gol della gara e di tre assist.
Ci si dimentica troppo spesso, però, degli altri reparti di un Napoli di cui si faticano a trovare punti deboli. A brillare contro i bianconeri è stata anche una difesa pressoché impenetrabile, che pur subendo qualche calo di concentrazione (quasi normale, in una sfida dominata totalmente che l'ha vista impegnata solo con interventi sporadici) ha confermato la propria solidità e la propria importanza in fase di impostazione.
A fare da contorno, un tecnico che ha attuato un piccolo capolavoro dal suo arrivo nella città partenopea: Luciano Spalletti. Se nella scorsa stagione il Napoli, pur mostrando quello che forse era stato il gioco migliore della Serie A, si era scoperto ancora troppo immaturo per puntare al titolo, quest'anno gli azzurri sembrano aver effettuato il salto di qualità necessario per evitare i cali di concentrazione che erano costati punti preziosi nel campionato 2021/22. Tutto merito di Spalletti, che oltre che sul piano di gioco è riuscito a imprimere la mentalità vincente su una squadra lanciata verso lo Scudetto.