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Mondiali, Neymar e Cristiano Ronaldo, i grandi delusi con la testa china

Le lacrime di Neymar
Le lacrime di NeymarAFP
Entrambi in lacrime dopo l'eliminazione delle loro nazionali, due dei migliori giocatori dell'attualità sono la fotografia della frustrazione di chi, probabilmente, non ci potrà più provare

Le emozioni della sconfitta sono le uniche che mettono tutti i calciatori sullo stesso piano. Abbiano vinto cinque palloni d'oro o nessuno. Neymar e Cristiano Ronaldo, migliori marcatori della storia delle loro nazionali, sono l'emblema della disillusione, di quella disperazione per l'incantesimo spezzato che abbatte la schiena di ogni supereroe. 

I due alfieri delle nazionali di Brasile e Portogallo, due delle squadre che potevano davvero arrivare fino in fondo per mezzi ed esperienza, hanno visto la loro corsa fermarsi troppo presto. Un po' come il maratoneta che sente tirare il muscolo a qualche km dal traguardo, quando bisogna oltrepassare i propri limiti e far leva sulla resistenza della mente e del cuore più di quella fisica o atletica.

Il paulista e il lusitano venivano da due inizi di stagione totalmente diversi: il primo si era impegnato fin da subito per trascinare il Paris Saint Germain e arrivare al Mondiale in ottime condizioni. Il secondo, invece, era stato fagocitato dal proprio ego che non gli permetteva di stare agli ordini di Erik ten Hag in un Manchester United dove non voleva più stare. 

Arrivati al momento della verità, ossia il Mondiale che entrambi sognavano di portare a casa, hanno approcciato la competizione a modo loro. Neymar con la testa bassa e il morale in alto, avvolto dal calore umano di un Brasile pieno di fenomeni e che ha sparso le scintille più fresche di gioco viste in questo torneo, seppur sempre di scintille si è trattato e mai di un fuoco vero e proprio. Ronaldo è stato vittima di un avvicinamento mediocre, con poche vere partite nelle gambe e nella testa, facendosi notare più per i suoi isterismi che per le giocate.

Appiedati da due avversari sulla carta meno attrezzati, i due hanno detto addio a quello che potrebbe essere il loro ultimo Mondiale senza nascondere il loro profondo rammarico. Fermo a centrocampo Ney e camminando mestamente verso lo spogliatoio Cristiano, che neanche stavolta accompagnava la sua squadra a salutare i tifosi, hanno versato lacrime pesantissime. Le lacrime di chi ha perso nuovamente un treno che passa solo ogni quattro anni. E, probabilmente, per loro non ci sarà più la possibilità neanche di entrare in stazione ad aspettarlo nuovamente.