Mondiali di Ballerup, è il momento dei bilanci: per l'Italia quattro medaglie e tanto ottimismo
Un oro, due argenti e un bronzo. È il "bottino" finale dell'Italia del ciclismo su pista ai Mondiali di Ballerup che si sono chiusi oggi e che hanno visto Elia Viviani salire sul secondo gradino del podio della corsa ad eliminazione, specialità in cui in passato l'azzurro è stato campione del mondo.
Un argento che soddisfa il campione veneto: "Sono contento. Nelle ultime quattro edizioni mondiali in questa specialità ho vinto due volte, un bronzo e oggi questa medaglia - sottolinea Viviani -. Ho corso avanti, forse spendendo più del dovuto, perché sono rimasto scottato della penalizzazione in occasione delle Olimpiadi. Potevo fare meglio nell'ultimo sprint. La testa c'era, le gambe un po' meno. Il pubblico conta e i danesi hanno fatto le cose per bene in questa edizione, arrivando pronti. Anche noi, nonostante la stagione impegnativa, abbiamo dimostrato di onorare questo appuntamento".
Niente da fare nella Madison
Viviani, in coppia con Simone Consonni, si è poi cimentato nella Madison, gara in cui la coppia italiana era stata argento a Parigi 2024. Ma questa volta non va come sperato: Viviani e Consonni restano coperti nella prima parte e poi provano a sorprendere gli avversari, ma questa volta il marcamento a loro riservato non permette fughe. Terminano settimi, e vince la Germania.
Bilancio positivo, ora testa a Los Angeles 2028
Quanto al consuntivo finale, l'impresa di Jonathan Milan, oro nell'inseguimento, è la sintesi del mondiale dell'Italia in Danimarca. Il corridore friulano, con il titolo e il record del mondo, fornisce la dimostrazione plastica della continuità del lavoro dello staff della nazionale guidata da Marco Villa.
A una leggenda come Filippo Ganna (sei titoli mondiali, un record sulla distanza oltre al primato sull'ora) succede il suo "gemello diverso", capace di vincere su strada e di raccogliere l'eredità di Pippo in pista.
A 24 anni Milan può vantare un palmares di primo livello e considerarsi anche un veterano rispetto a un gruppo di ragazzi che Villa ha portato in Danimarca per aprire un ciclo.
Infatti questo Mondiale è stato interpretato come primo passo di un percorso che porterà alla Olimpiade di Los Angeles.
Si sono visti all'opera giovani di belle speranze (Favero e Venturelli hanno 19 anni e altri, di pari valore, sono rimasti in Italia) e corridori consolidati, come il "profeta" Elia Viviani, lo stesso Milan, Consonni e il quartetto femminile, che qui ha preso il bronzo.
Il Presidente Dagnoni: "Abbiamo bisogno di strutture"
Positivo il bilancio del presidente della Fci Cordiano Dagnoni. "In questi anni abbiamo realizzato qualcosa di straordinario - sottolinea -, consegnando allo sport italiano un settore modello per il resto del mondo e che ha ancora tanto da regalare. Qui in Danimarca abbiamo visto che dietro gli attuali campioni scalpitano ragazzi pronti a prenderne l'eredità. Tutto questo arriva nonostante in Italia ci sia un solo impianto coperto, utilizzabile solo parzialmente. Abbiamo bisogno di strutture, per favorire il ciclismo di base e per l'alto livello. A breve avremo importanti novità: il nostro lavoro non è ancora concluso".