Il mental coach Civitarese: "Il Milan allontana la paura grazie al ritorno di Ibrahimovic"
Questa gara potrebbe essere quasi un derby se non fosse per i coefficenti tecnici estremamente diversi e il fatto che il Monza è alla prima esperienza in A. Pensa che il fatto di aver avuto una dirigenza in comune può motivare i giocatori in campo e aumentare la voglia di fare bene dei due club?
Sappiamo che la dirigenza del Monza (Berlusconi, ma soprattutto Galliani) è esperta sotto questo punto di vista, sa toccare le leve motivazionali giuste. Credo che i risultati che sta ottenendo la squadra siano anche legati a questo aspetto. Nel Monza c'è una visione positiva del futuro, prova ne sono anche i contratti dei giocatori, in cui vengono inseriti anche bonus per lo Scudetto e il raggiungimento dell'Europa.
Quella contro il Milan è più per la dirigenza una sfida da vincere. Il Milan di Berlusconi riuscì a far sognare i tifosi rossoneri e mezza Italia primeggiando in Europa, mentre ora le squadre italiane fanno una fatica incredibile. Gli ex dirigenti del Milan voglio dimostrare che se quel Milan era così vincente era anche per merito loro. Questa motivazione che la dirigenza sicuramente ha è in grado di trasferirla anche alla squadra, come dimostrano i risultati ottenuti finora dopo un periodo di adattamento alla categoria a inizio stagione.
L'arrivo di Palladino sulla panchina ha completamente svoltato la stagione del Monza. Cosa ne pensa?
Palladino è inanzitutto un ex calciatore di un certo livello, che ha già vissuto situazioni importanti nel corso della sua esperienza sul campo, il suo trascorso parla per lui.
Secondo me lui ha molta ambizione e molte aspirazioni professionali per quanto riguarda la sua carriera. A Monza ha trovato l'ambiente giusto, un ambiente fortemente orientato a una motivazione alta. Si è trovato al posto giusto rispetto alle sue aspirazioni.
Sarebbe stato lo stesso in un altro ambiente? Questo non possiamo saperlo. Rispetto al suo trascorso e al suo desiderio per fare l'allenatore, però, ha trovato la situazione giusta.
Dal punto di vista del Milan, si aspetta che nonostante i risultati delle ultime gare nella squadra rossonera possa instaurarsi di nuovo la paura di perdere, visto che il Monza ha fermato sia Juventus sia Inter nel 2023?
Credo di no, per un motivo molto semplice: perché è tornato Zlatan Ibrahimovic (41). Con Ibra nello spogliatoio tutto può succedere, tranne che i giocatori possano scendere in campo con la paura. Più che avere paura del campo dovranno avere paura di lui. È un giocatore dal carisma straordinario.
Anni fa, quando mi dissero che Ibrahimovic aveva trovato l'accordo per il ritorno al Milan, dissi che lui sarebbe riuscito a dare ai rossoneri quella scossa che in quel momento della stagione l'arrivo di Pioli in panchina non era ancora riuscito a dare, grazie alla sua esperienza e al suo carisma. Molti dei giocatori del Milan sono così giovani che hanno visto Ibra giocare in televisione da piccoli.
Spesso mi sono chiesto cosa si fosse rotto nelle settimane passate nel Milan. Non vorrei, alla luce dei recenti risultati, che l'assenza di Ibrahimovic sia pesata così tanto all'interno dello spogliatoio.
Cosa possiamo aspettarci dalla gara alla luce di tutto questo?
Sarà una sfida molto interessante dal punto di vista dell'approccio mentale. Ci troviamo di fronte il Monza di Berlusconi, una squadra molto ambiziosa, e un Milan che ha ritrovato Ibrahimovic (conta poco se in campo o in panchina) e ha quindi ritrovato un atteggiamento molto più aggressivo e consapevole.