Giroud: "Al Milan sto bene, col club non abbiamo ancora affrontato l'argomento rinnovo"
In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, il centravanti del Milan Olivier Giroud ha parlato di presente e futuro in rossonero toccando vari temi, tra cui anche lo spiacevole episodio recente accaduto a Mike Maignan durante Udinese-Milan.
Sull'attuale situazione della squadra lombarda, l'attaccante transalpino ha ammesso: “Si può sempre migliorare, è una questione di volontà, e l’assist ha sempre fatto parte del mio calcio. Penso che il mio possa essere un buon esempio per i più giovani: non si smette mai di crescere. Specialmente se sei dove vorresti essere: io al Milan sto bene, ho ricevuto un’accoglienza da sogno, con Pioli e il suo staff c’è un grande rapporto”.
A proposito dell'allenatore: “Quando era nella tempesta gli ho parlato, dandogli sempre il mio sostegno. Gli ho detto: “Ci sono passato anch’io, se hai bisogno ci sono sempre”. Quando ho segnato alla Roma, ho festeggiato anche per lui. Io e il mister abbiamo una relazione di fiducia reciproca: io do sempre il massimo per lui e per la squadra e lui lo sa”.
Nonostante la volontà di rimanere, sul rinnovo però c'è ancora incertezza: “Non so ancora che cosa succederà in futuro. Però so che qui mi sento bene e che al Milan ho fatto grandi cose. La nostra è una storia d’amore. Con il club non abbiamo ancora davvero affrontato l’argomento rinnovo, più avanti vedremo e decideremo. La cosa più importante è rimanere concentrato sugli obiettivi della squadra”.
Nel caso Giroud non dovesse restare al Milan, c'è chi ha ipotizzato un futuro in MLS: “Ci sono anche altri paesi, a fine stagione si apriranno più opportunità e prenderò la mia decisione. Da calciatore e da padre di famiglia”.
Giroud non ha paura che il Milan acquisti un altro attaccante: “Non sarebbe affatto un problema, perché non ho paura della concorrenza. Per me è sempre stata uno stimolo per fare ancora di più, ne ho bisogno”.
Sull'ex compagno di squadra, ora dirigente, Zlatan Ibrahimovic: “Ibra è il link tra RedBird e la squadra, ci connette con la proprietà senza sovrapporsi al lavoro di Pioli. È qui per aiutare, soprattutto sull’approccio mentale e le motivazioni. Parla con noi e ci aiuta. Dice: “Se vincete voi, vinco anche io”. Mi incoraggia sempre, mi parla prima e durante le partite, all’intervallo. Vuole che io prenda la parola, che aiuti i miei compagni: Zlatan sa che questo è un gruppo giovane che ha bisogno di esperienza, di giocatori che parlino e diano l’esempio. Mi vuole più leader”.
Su Leao, Giroud è molto schietto: “Ci sono molte aspettative su di lui. Rafa sa che deve essere ancora più esigente con sé stesso, conosce il suo valore. Da compagno, posso dire che uno come lui è decisivo anche quando non segna: in una squadra contano aspetti che magari non balzano subito agli occhi. Noi sappiamo che Rafa può fare di più e lo sosteniamo: può salire a un livello altissimo. Gli serve continuità. E qualche gol in più, certo”.
Sebbene non abbia ancora deciso di smettere, Giroud ha già le idee chiare sul futuro: “Sì, mi piacerebbe diventare direttore sportivo. Occuparmi di prima squadra, settore giovanile, mercato: tutto questo ti dà una visione di insieme. Di sicuro non farò l’allenatore, troppo stress... (risata, ndr)”.
Intanto c'è da pensare a questa stagione, in cui è ancora vivo il pensiero per lo Scudetto: “L’obiettivo è concentrarci sul percorso. Se stiamo bene e facciamo come si deve, possiamo provare ad accorciare su Juventus e Inter, che stanno giocando una grandissima stagione. Ad aprile le incontreremo entrambe, una dopo l’altra, dobbiamo arrivarci al massimo. Prima vinciamo e guadagniamo punti, poi parliamo. Per adesso è difficile pensare allo scudetto”.
Il Milan è dietro in classifica anche per la batosta presa nel derby: “Brucia. Il derby deve bruciare qui (sul petto, ndr). Ibra serve anche a questo, per far capire ai più giovani che il derby è una partita particolare, deve venire dal cuore e dall’anima. Siamo sulla buona strada, anche se mancano ancora troppe partite”.
Sicuramente rimane l'obbiettivo Europa League: “Siamo un po’ outsider e un po’ favoriti: è un trofeo che vogliamo provare a vincere anche perché manca nella bacheca del club”.
Giroud in versione giudice
"Haaland? Tre stelle: è devastante, troppo potente, è grosso ma ha potenza e velocità. Tripla stella Michelin anche a Mbappé ovviamente. E Vinicius”.
Doppia stella: “Sono pochi i giocatori da due stelle. Ecco, Rafa... sì, Rafa le merita”.
Un gradino sotto c'è Sesko: “Lo seguo da due-tre anni, è ancora giovane, può migliorare molto. Diciamo una stella e mezzo”.
Ancora più in basso ci sono Endrick e Zirkzee: “Endrick ha giocato in Sudamerica, l’ho visto poco. Zirkzee è bravo ma non mettiamogli pressione: una stella comunque la merita”.
Per non fare torti a nessuno c'è anche Scamacca: "E' bravo ma si deve confermare. Una stella la merita”.
Su Maignan
“Mike sta bene, è forte. Quello che è successo a Udine è alle spalle ma non deve più esistere, nella vita come su un campo di calcio, dove tutti dobbiamo dare il buon esempio”.
Giroud è d'accordo sulle pene riservate ai tifosi in casi del genere: “Sì, giusto. Ora avranno una partita a porte chiuse e il club così perderà soldi. Forse questo sarà un motivo per fare di più, la prossima volta”.