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ESCLUSIVA Super Bowl, Zanoni: "Con la testa dico Eagles, con il cuore Chiefs"

I due quarterback del Super Bowl, Jalen Hurts (Philadelphia Eagles) e Patrick Mahomes (Kansas City Chiefs)
I due quarterback del Super Bowl, Jalen Hurts (Philadelphia Eagles) e Patrick Mahomes (Kansas City Chiefs)AFP
Ex giocatore e allenatore di football americano, Andrea Zanoni ha commentato sulle tv spagnole l'Nfl per quasi 30 anni: "Se Mahomes sta bene sai già che farà una partita spettacolare. Brady? Il migliore di sempre, sentiremo la sua mancanza. È un po' come quando si è ritirato Pelé o Maradona".

Ex giocatore e allenatore di football americano, Andrea Zanoni è il recchelino più famoso di Spagna. Tutto merito della sua irrefrenabile energia che ha trasmesso agli appassionati commentando in tv per quasi 30 anni l'Nfl. Da Canal Sur a Telemadrid, prima del grande salto a Canal+ (poi Movistar+): "Dei 27 Super Bowl che ho raccontato, 14 li ho visti allo stadio".

Il più bello?

"Beh, forse perché è stato il mio primo visto dal vivo, ma dico il XXXI, quello vinto dai Green Bay Packers contro i New England Patriots a New Orleans, una città che si presta a questo tipo di avvenimenti. Era tutto concentrato tra il quartiere francese e il fiume, come se fosse un grande parco tematico del Superbowl".

Sente già la mancanza di Tom Brady?

"La stagione non è ancora finita e forse per questo non ne siamo ancora coscienti. Ma la sentiremo di certo perché è stato il più forte di tutti i tempi. È un po' come quando si è ritirato Pelé o Maradona".

Questa volta non tornerà, vero?

"Penso proprio di no. Cambiare opinione due anni di fila sarebbe troppo...".

Patrick Mahomes è stato premiato con l'Mvp a miglior giocatore della stagione. È lui l'erede di Brady?

"Sono talmente diversi che è difficile definirlo il suo erede. Detto questo, che diventerà un mito è quasi sicuro. È ancora giovanissimo, ma ha già disputato tre Super Bowl e domenica potrebbe vincere il suo secondo anello. A sette, però, non ci arriverà".

Perché?

"Le sue caratteristiche gli impediranno di essere longevo come Brady. Mahomes è un grandissimo atleta, ma Tom ha vinto quello che ha vinto perché è arrivato a 45 anni, mentre lui molto difficilmente ci arriverà perché ha uno stile di gioco che logora il fisico. È uno che corre tanto e che si espone, per questo, al rischio di infortunarsi. Anche Brady si è fatto male ed è stato costretto a restare un anno fuori e a giocare con il tutore al ginocchio, ma per il suo stile di gioco non era così grave come se a rompersi fosse Mahomes". 

Dall'altra parte ci sarà Jalen Hurts.

"Anche lui un grande bel quarterback dal grande futuro".

Qualcosa sta cambiando se a sfidarsi in un Super Bowl saranno due quarterback afroamericani.

"Qualcosa è già cambiata. Non dobbiamo dimenticare che quando io ero già nato, ossia negli anni Sessanta, negli Stati Uniti erano ancora in vigore le leggi razziali. Non in tutti gli stati, ma in alcuni del sud che, alal fin fine, sono anche la culla del football americano".

E un quarterback nero non poteva comandare in una squadra di bianchi.

"Esatto. Probabilmente non esiste nessun altro sport dove ci sia un giocatore così differente rispetto al resto. È quello che comanda e che ti sgrida se fai le cose male. E questo non era accettato. Anche quando arrivava nella Nfl un quarteback da un'università nera, la tendenza era sempre quella di farlo giocare in un'altra posizione. Di Randall Cunningham, che era un fenomeno gia negli anni Ottanta, ce n'è stato solo uno. C'erano troppi pregiudizi secondo i quali un nero non poteva essere un buon quarterback. Da quando, invece, questo tabù è caduto hanno cominciato ad apprezzarli".

Nonostante Mahomes, le quotazioni degli Eagles crescono giorno dopo giorno.

"Anche io con la testa dico Philadelphia, ma con il cuore Kansas City. Gli Eagles sono stati molto più regolari e hanno una squadra completa, tutti i reparti sono efficienti. I Chiefs, invece, sono genio e sregolatezza. Intendiamoci, anche Kansas City è uno squadrone, ma orbita molto intorno alle capacità di Mahomes, un fantastico atleta e improvvisatore. È lui a permettere ai Chiefs di avere un gioco così fantasioso, divertente e creativo".

Sorpreso di vedere queste due franchigie al Super Bowl?

"Kansas City no, ma devo ammettere non credevo molto negli Eagles. Non pensavo che potessero arrivare fino in fondo. All'inizio della stagione, quasi per gioco, avevo puntato su Buffalo e Tampa. Sui Bills perché ci credevo, sui Buccaneers per la fiducia smisurata che avevo ancora in Brady".

Che partita si aspetta?

"Credo che molto dipenderà dalle condizioni fisiche di Mahomes che è il fulcro del gioco dei Chiefs. A qualsiasi movimento, a qualsiasi tipo di giocata, se c'è lui al comando devi crederci. La sua polivalenza garantisce a Kansas City un enorme ventaglio di possibilità".

L'Mvp della finale andrà a uno dei due quarterback?

"Beh, di solito è così. Individualità, però, ce ne sono tante. Magari Travis Kelce ti fa una partita da 3 touchdown - e può farlo tranquillamente - e a quel punto devi darlo a lui. Ma se Mahomes sta bene sai già che farà una partita spettacolare e per questo, secondo me, è il principale candidato. Anche se i Chiefs dovessero perdere...".