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Caso Sinner, l'Itia torna sull'appello della Wada: "Si vuole determinare il suo livello di colpa"

Jannik Sinner
Jannik SinnerSTR / EPA / Profimedia
La ceo dell'International Tennis Integrity Agency è tornata sul caso che vede coinvolto il numero uno azzurro del tennis mondiale: "Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto".

Come noto, la Wada, agenzia mondiale antidoping, ha fatto appello al Tas contro la decisione dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) di dichiarare "non colpevole e non negligente" Jannik Sinner, trovato positivo al Clostebol, chiedendo una sospensione compresa tra uno e due anni per il numero uno del ranking Atp. 

Appello sul quale si è espresso, attraverso un comunicato stampa, la stessa ceo dell'Itia, Karen Moorhouse, che ci ha tenuto a spiegare bene la posizione dell'agenzia che rappresenta.

Il comunicato

"Nel caso di Sinner, comprendiamo che il focus dell’appello è sull’interpretazione e sull’applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente nel determinare quale livello di colpa possa coinvolgere il giocatore, piuttosto che sull’indagine dell’Itia sui fatti e sulla scienza".

"Detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo al dialogo con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo argomento. Comprendiamo inoltre che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore”.

"Il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping, e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza".