Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Roma-Inter: il derby dell'anima di José Mourinho con la Champions nel destino

La Champions vinta con l'Inter
La Champions vinta con l'InterProfimedia
Quella contro l'Inter non sarà mai una partita qualsiasi per il tecnico lusitano. Men che meno se di mezzo c'è la massima competizione continentale. Coppa dalle grandi orecchie che, nel 2010, Mou riportò sulla sponda nerazzurra dei Navigli 45 anni dopo l'ultima volta

"Bentornato a casa, José". L'anno scorso, i tifosi dell'Inter hanno accolto con un maxi striscione il ritorno di José Mourinho a San Siro. Un legame speciale quello tra il tecnico lusitano e il popolo nerazzurro che non si romperà nemmeno se alla fine del campionato ad andare in Champions League sarà la Roma: "Meglio lui che un altro".

Amore cieco, a tal punto da non aver mai considerato tradimento l'improvviso addio consumatosi, nel 2010, pochi minuti dopo aver alzato al cielo la terza coppa delle grandi orecchie della storia interista. Trofeo riportato sulla sponda nerazzurra dei Navigli 45 anni dopo l'ultima volta.

Quel giorno, l'ultimo a salutarlo fu Marco Materazzi. Piangendo. Piangeva anche lo special one (due parole) e nel loro abbraccio c'era tutta la riconoscenza degli interisti nei suoi confronti, prim'ancora che per il Triplete, per essere sempre stato uno di loro.

José l'infastidito

José Mourinho
José MourinhoAFP

Una relazione d'amore che lo specialone (una parola) ha ritrovato all'Olimpico. Il popolo giallorosso è pazzo di lui e il tecnico portoghese non ha mai nascosto la propria predilezione per una tifoseria che non ha lesinato energie con l'obiettivo di aiutare la squadra a spingersi oltre i propri limiti.

"Noi siamo l’unica squadra che non ha la rosa per stare dove è", ha assicurato il portoghese, stanco di dover spiegare gli alti e bassi a chi non si rende conto che è un miracolo - considerati anche i tanti infortuni - essere ancora in corsa sia in Europa League che per una piazza Champions in campionato.

Ed è per questa ragione che alla fine della gara contro il Monza, dopo aver definito incapace l'arbitro Chiffi, Mou se l'è presa con la società che, a suo modo di vedere, non si prodiga a dovere così come fanno lui e i tifosi.

"La Roma non ha la forza che hanno anche altre squadre per dire che non vuole certi arbitri. Anche se a volte mi sembra che non ne abbia nemmeno la voglia... Il club deve crescere anche a questo livello". E se non dovesse crescere?

Le ragioni per non mollare

La Joya di Mou
La Joya di MouAFP

Accettando l'offerta della Roma, Mourinho era consapevole di essersi rimesso in gioco, per la prima volta, in una squadra che non solo non poteva ambire allo scudetto, ma nemmeno a un titolo minore che, invece, è arrivato al primo colpo. E, tra qualche settimana, i tifosi giallorossi sperano di dover fare spazio, nella bacheca del proprio club, al trofeo dell'Europa League da piazzare, preferibilmente, accanto a quello della Conference, conquistato l'anno scorso.

L'altro titolo - uno di quelli che non va in bacheca, ma non per questo meno importante - si chiama quarto posto. Oggi contro l'Inter sarà fondamentale fare risultato per restare agganciati alla zona Champions. E, sebbene abbia il club nerazzurro ancora nel cuore, Mou spera di battere Lautaro e compagni proprio come fece all'andata.

E già, perché, sebbene difficilmente ripeterà con la Roma i trionfi ottenuti con l'Inter, lo specialone da qualche tempo a questa parte ha il suo cuore italiano diviso in due: metà nerazzurro, metà giallorosso. Ed è proprio l'attaccamento a un ambiente che lo ha accolto come un idolo la ragione principale che potrebbe indurlo a restare.

Anche perché, così com'è vero che, in questo momento, la rosa a sua disposizione non è all'altezza delle sue ambizioni, è altrettanto vero che i passi in avanti fatti rispetto all'anno scorso sono enormi e che il progetto sportivo della Roma è solido e guarda al futuro con ottimismo.

Manca solo che i Friedkin facciano la loro parte: una vera e propria conditio sine qua non per un tecnico esigente che non si farà problemi a farsi da parte qualora dovesse notare che qualcuno non rema nella stessa direzione con la stessa vigoria: o tutti o nessuno.