Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Mourinho difende Allegri, l'appoggio che non ti aspetti tra due tecnici simili

Antonio Moschella
Mourinho difende Allegri, l'appoggio che non ti aspetti tra due tecnici simili
Mourinho difende Allegri, l'appoggio che non ti aspetti tra due tecnici similiAFP
Il sostegno espresso dal portoghese rispetto alla situazione vissuta dalla Juventus è emblematico del momento di indecisione di tutto il calcio italiano, ma nel fondo rappresenta un'interpretazione dell'agonismo analoga da parte dei due allenatori

È stato un José Mourinho piuttosto critico nel commentare i 10 punti di penalizzazione inflitti alla Juventus, nel post partita Tra Roma e Salernitana ai microfoni di Dazn: "Questo per me è uno scherzo, sapere questa cosa con due partite ancora da giocare per noi, per tutti, anche per la Juve... Se mi avessero detto questo prima di Monza, prima di Bologna il nostro approccio sarebbe stato diverso. Sapendo che la Juve prendeva punti e che la nostra migliore situazione sarebbe stata puntare tutto sull'Europa League abbiamo deciso di fare così". Il tecnico portoghese ha inoltre preso le difese del suo collega Massimiliano Allegri, dichiarando: "Mi spiace per lui e per i calciatori, perché hanno conqusitato i punti sul campo. Campionato falsato? Secondo me sì ma non voglio parlare più di questo. Preferisco dire che mi spiace per i professionisti che lavorano come me e che pagano perché magari dirigenti e società hanno sbagliato".

Retorica affilata

Massimiliano Allegri
Massimiliano AllegriAFP

Ad accomunare i tecnici di Roma e Juventus non c'è solo una carriera fatta di vittorie puntando più sulla sostanza che sulla forma, ma anche la voglia di farsi sentire a livello dialettico, giocando le partite prima e dopo i 90 minuti. Se il portoghese è infatti noto per le sue abilissime dichiarazioni per fare pretattica - "prostituzione intellettuale" e "zero tituli" le espressioni più famose - il livornese è diventato celebre per aver sdoganato il concetto di "corto muso" per indicare che chi vince, anche se di poco, è più meritevole di chi non lo fa. Un concetto che negli ultimi anni è andato a farsi benedire per l'attuale tecnico juventino, che da quando è tornato all'Allianz non ne azzecca più una.

Lo stesso Mou, che punta tutta a una finale di Europa League ottenuta con i denti, ha voluto mettere le mani avanti riguardo un ormai certo fallimento nella lotta a entrare tra le prime quattro: "Io non ho mai parlato di Champions League. Se lo ha fatto Pinto è un suo problema. Siamo amici, tanto amici, possiamo avere opinioni diverse. Noi possiamo fare la storia e vogliamo continuare a farlo, ma la Champions con 7 milioni di euro di mercato non è storia e non è neanche un miracolo, ma si tratta di Gesù che viene a Roma a fare una passeggiata in Vaticano". Una metafora importante e geniale per farsi da scudo, sebbene non sia del tutto onesto da parte sua 'dimenticare' che la sua squadra ha il quarto monte ingaggi del campionato, superiore di 15 milioni rispetto al Napoli campione.

Poche idee in campo

Entrambi, specialmente negli ultimi anni, hanno spiccato prevalentemente per un poverissimo gioco espresso in campo. E quest'anno, specialmente in campionato, i risultati rispecchiano questa tendenza negativa dal punto di vista del calcio espresso, sebbene per Allegri vada riconosciuta l'attenuante di una sanzione ballerina, senza la quale adesso i bianconeri sarebbero secondi. I due, tuttavia, rappresentano l'archetipo dell'istrione che non accetta il passare del tempo, e anche l'arrivo della mediocrità dei risultati.

Se, però, per il lusitano c'è ancora la possibilità di sparare una cartuccia importante con la finale di Europa League, alla quale ha puntato ormai senza far mistero, per il livornese le munizioni sembrano ormai finite. Persino quelle della retorica...