La Roma verso la sua vera finale, con la certezza Svilar e le incognite in attacco
La Roma che domenica sera a Bergamo sfiderà l'Atalanta è una squadra con le spalle al muro, ma con il morale acceso. Perché l'eliminazione nella semifinale di Europa League contro un Bayer Leverkusen oggi tra le prime cinque squadre al mondo ha lasciato dietro di sé qualcosa di positivo, specialmente dal punto di vista dell'attitudine. La squadra giallorossa, infatti, se l'è giocata fino alla fine alla BayArena, dove senza il suo miglior giocatore, Paulo Dybala, ha tenuto testa alla corazzata tedesca, mettendone persino a rischio il record di imbattibilità, poi conservato solo pochi attimi prima del fischio finale.
La grande finale di domenica a Bergamo, dunque, vedrà la truppa di Daniele De Rossi arrivare in Lombardia con varie cicatrici ma comunque solidamente convinta del proprio potenziale. Un potenziale esaltato dall'allenatore ostiense, che ha messo a nudo alcuni difetti dei dominatori della Bundesliga con un quasi inedito 3-5-2 con il quale ha fatto capire di poter anche provare a giocare in modo simile proprio a quello dei bergamaschi. Prima della gran finale, dove si gioca un quinto posto fondamentale, la Roma vive una situazione nella quale due parti fanno da contrappeso.
Muro serbo
La parte sana, o per lo meno quella più solida, è senza dubbio quella difensiva, dove le recenti prestazioni di Mile Svilar hanno consolidato l'autorità del portiere belga con passaporto serbo. Un autentico muro che è stato trafitto solo da un autogol di Gianluca Mancini prima del crollo generale di una squadra che comunque non ha mai smesso di crederci. Davanti a lui il nativo di Anversa ha inoltre a disposizione dei lottatori come lo stesso Mancini e Ndicka, due che ieri hanno retto senza scomporsi e che domenica dovranno prodigarsi in un altro episodio di abnegazione totale.
Svilar è dunque la certezza della Roma che al Gewiss Stadium dovrà assolutamente evitare le transizioni dei padroni di casa. E per farlo avrà bisogno della miglior tenuta fisica dell'ex di turno, quel Bryan Cristante collante unico dei giallorossi, e anche di quel Leandro Paredes che alla BayArena è tornato quello di un tempo, alternandosi molto bene in fase di costruzione e distruzione. Per riuscire a sfangarla a Bergamo, infatti, sarà prima di tutto fondamentale non concedere troppe occasioni all'attacco nerazzurro, inarrestabile ultimamente come dimostrato nella vittoria di ieri sera sul Marsiglia.
Attacco spuntato
Dove invece sta avendo problemi la squadra capitolina è in attacco. In Germania sono venuti in soccorso gli errori dei tedeschi, che hanno generato i due calci di rigore trasformati da Paredes, ma va ricordato che non sempre gli avversar regalano tanto davanti la loro porta. Chi dovrà, insomma, darsi una mossa, è quel Romelu Lukaku che ieri sera a Leverkusen è apparso davvero appannato, sprecando un'occasionissima dopo pochi minuti. Perché, sebbene sia andato in gol in un match importante contro la Juventus la scorsa settimana, il belga non sta riuscendo a dare quel quid in più che dovrebbe nei match da dentro o fuori. E quello di domenica lo è, senza dubbio.
Discorso simile per Tammy Abraham, rientrato a disposizione proprio per l'allungo finale verso l'obiettivo Champions ma ancora poco lucido negli ultimi metri. Ultimi metri nei quali sarebbe ideale poter contare sull'apporto di Dybala, arrivato giusto in Germania ma non rischiato da De Rossi, che magari lo aveva pensato come quinto cambio ai supplementari. L'argentino è il principale generatore di gioco della Roma, e sicuramente avrà spazio a Bergamo, dove la finale che non è arrivata in Europa si giocherà in Italia. Da lì passa tutto il lavoro di una stagione dove il cambio di tecnico ha portato entusiasmo e gioco, ma che necessita della conferma della qualificazione in Champions.