L'affidabilità dei portieri nello Scudetto del Napoli: Meret da partente a sicurezza
Quella del Napoli non è stata soltanto una pazzesca stagione dal punto di vista offensivo, ma i partenopei hanno messo in mostra anche una grandissima tenuta difensiva, attualmente certificata dai numeri con la prima difesa del campionato: dopo lo 0-1 di Torino le reti subite fino ad oggi in 33 partite sono 23, il miglior rendimento di squadra di tutta la Serie A davanti a quello strepitoso della Lazio.
A differenza del campionato 2021/2022 in cui Luciano Spalletti cambiava spesso i due portieri David Ospina e Alex Meret, la stagione che culminerà con lo Scudetto dei campani ha visto terminare il periodo dell'alternanza tra gli estremi difensori, con uno solo capace di imporsi e di guadagnarsi la totale fiducia di compagni e staff.
Eppure dopo le prestazioni dello scorso anno (su tutti gli episodi, gli errori di Empoli esattamente un anno fa) in pochi avrebbero scommesso che la porta del Napoli sarebbe stata difesa da Alex Meret (26): le vicende che hanno riguardato il portiere friulano hanno rappresentato infatti una delle sliding doors più decisive per la conquista del Tricolore.
L'ex Udinese e SPAL, terminata la sua quarta stagione con la maglia azzurra, in estate sembrava ad un passo dal trasferimento allo Spezia, poi saltato e non per volontà del Napoli, ormai rassegnato alla sua partenza. Rimasto in Campania, Meret è divenuto il titolare inamobivile della squadra garantendo massima affidabilità e ottendo anche grande autorevolezza nei match europei. Non a caso in questa finestra temporale è sempre stato convocato da Roberto Mancini in Nazionale.
Tra gli highlight della sua stagione sicuramente il rigore parato a Lorenzo Colombo sullo 0-0 di Napoli-Lecce, poi finita 1-1, la grande parata su Krzysztof Piatek che è servita a non riaprire lo 0-2 di Salernitana-Napoli, ma complessivamente una serie di parate non troppo appariscenti ma comunque che hanno reso Meret sempre più sicuro ed invalicabile e di conseguenza immune dalle critiche piovute in passato.
Sebbene il numero dei clean sheet non sia stato così alto (la striscia di partite consecutive in cui il Napoli non ha subito gol in campionato è di 'soli' 4 incontri e risale a febbraio, quando i ragazzi di Spalletti hanno battuto Spezia, Cremonese, Sassuolo ed Empoli senza mantenendo la porta inviolata) i campani non hanno sofferto neanche quando Meret si è dovuto assentare.
Nell'unica occasione in cui questo è accaduto ci ha pensato Pierluigi Gollini (28) a sigillare la porta del Napoli: nel match casalingo contro la sua ex squadra, l'Atalanta, il portiere emiliano ha sfoderato una prova molto convincente, sicuramente non banale per un calciatore da poco arrivato in squadra e chiamato a dare il massimo in una sfida delicata, arrivata dopo lo stop interno contro la Lazio e alla vigilia della gara di ritorno contro l'Eintracht Francoforte.
Sicuramente, nella crescita personale di Meret e nel processo di acquisizione di consapevolezza nei propri mezzi, avrà svolto un ruolo fondamentale tutto lo staff di Luciano Spalletti, i difensori con cui si è inevitabilmente creata un'alchimia vincente partita dopo partita, ma anche Salvatore Sirigu: il portierone azzurro, anche lui campione d'Europa nel 2021, non ha mai giocato un minuto nella sua esperienza alle pendici del Vesuvio prima di andare via a gennaio, ma sarà sicuramente riuscito a trasmettere la sua professionalità e la sua esperienza in allenamento.
La sua presenza 'invisibile' pertanto non è affatto da sottovalutare, e non ci sarebbe da stupirsi se a fine stagione anche all'ex Palermo e PSG fossero riconosciuti dei meriti per questo trionfo collettivo, così come per il terzo portiere Davide Marfella: napoletano di Pozzuoli, anch'egli preziosa risorsa dello spogliatoio nel complesso ingranaggio della macchina Napoli divenuta vincente.