Insulti a Maignan, l'Udinese annuncia pugno duro: "I razzisti saranno espulsi a vita"
"L'eventuale Daspo delle autorità giudiziarie ha una durata limitata, noi invece lavoreremo per escludere a vita questi razzisti dallo stadio". Lo ha reso noto il direttore generale dell'Udinese, Franco Collavino, in merito ai responsabili degli insulti a Mike Maignan, sabato sera durante la gara contro il Milan.
"Siamo convinti che si tratti di non più di due o tre persone - ha precisato - . Non ci sono stati cori: ce lo hanno confermato sia l'arbitro, sia la Procura federale. In ogni caso, non importa il numero: fosse anche uno soltanto, resta una cosa gravissima".
300 telecamere
"Al Bluenergy Stadium, tra interno ed esterno, ci sono oltre 300 telecamere - ha aggiunto Collavino - nelle prossime ore contiamo di circoscrivere la situazione alla porzione di curva appena dietro la porta, disponiamo anche di audio".
Passaggio finale sulla società e sulla tifoseria: "Noi siamo da sempre multirazziali e multietnici. Dopo la sentenza Bosman, l'Udinese si è caratterizzata per allestire una squadra con calciatori di nazionalità diverse e per questo siamo stati anche criticati. Siamo un esempio di inclusione e tolleranza e anche la regione Friuli Venezia Giulia ha manifestato questi principi".
Nella lista dei 25 atleti, consegnata all'arbitro Maresca, che hanno sfidato il Milan, c'erano 10 calciatori di colore.
La Curva non ci sta
"Le accuse di razzismo e di ignoranza non ci toccano. Noi accogliamo persone di tutte le età, di tutte le classi sociali e di tutte le nazioni. L'unico colore che conta veramente è il bianco-nero". Lo si legge in un comunicato della Curva Nord dell'Udinese.
"Durante Udinese-Milan non è stato effettuato nessun coro discriminatorio - assicurano gli ultras - . Eventuali parole maleducate o urla incivili di un singolo non rispecchiano la nostra comunità. Numerosi giocatori dell'Udinese sono di colore e nessuno si è mai lamentato di aver subito comportamenti razzisti allo stadio o nella vita di tutti i giorni da parte del popolo friulano".
"Diffidiamo formalmente chiunque voglia continuare questa campagna denigratoria nei confronti della nostra gente per episodi che riguardano eventualmente singole persone", conclude il comunicato.