Infiltrazioni mafiose a San Siro: 19 misure cautelari contro tifosi di Inter e Milan
Gli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano stanno eseguendo decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.
Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico. L'operazione è in corso dalle prime ore di questa mattina da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano.
Oltre all'attività degli agenti della Polizia altre misure sono state eseguite da militari del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e del Nucleo Polizia Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Milano - G.I.C.O.
19 misure cautelari
Tra i destinatari delle 19 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, nell'inchiesta di Polizia e Gdf che ha "azzerato i vertici delle curve" di Inter e Milan ci sono Luca Lucci e Renato Bosetti, il primo capo della curva milanista, il secondo neo capo della curva nord interista dopo l'arresto di Andrea Beretta per l'omicidio di Antonio Bellocco.
Entrambi destinatari di ordinanza in carcere, così come Marco Ferdico (curva interista). Ordinanza anche per Beretta, già in carcere per l'omicidio. E per Christian Rosiello, noto come il bodyguard di Fedez perché rimasto coinvolto nel presunto pestaggio ai danni di Cristiano Iovino.
Sudditanza
Le indagini "hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo. Le stesse indagini si sono concentrate soprattutto negli anni 2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (probabilmente peggiorata)". Lo si legge
nell'ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro, che come dicevamo ha portato a 19 misure cautelari, sgominando gli affari illeciti delle curve interista e milanista.
Procedimento di prevenzione
La Procura di Milano, che ha sgominato i traffici illeciti delle curve di Inter e Milan con 19 misure cautelari, ha avviato anche un cosiddetto "procedimento di prevenzione" nei confronti di Inter e Milan, società non indagate ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite. Altrimenti si potrebbe arrivare, davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria.
Lo stadio di San Siro, si legge negli atti, "e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità". Ciò è avvenuto, "almeno in parte, anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria: controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza".
Nell'ordinanza si parla di "contatti agevolatori" e di vari episodi come "la corresponsione di 1500 biglietti alla curva nord, dopo pesanti pressioni, in occasione della finale di Champions League", della "corresponsione di ulteriori abbonamenti alla curva Nord in occasione della estromissione degli Irriducibili", un gruppo ultras. E ancora dei "continui rapporti con We Are Milano dietro cui si nasconde la gestione (occulta) di Andrea Beretta; il costante ingresso allo stadio di soggetti privi di tagliando, agevolato dalle pesanti intimidazioni nei confronti degli stewart, situazione che va avanti da anni e a cui nessuno pare essere in grado di porre rimedio". Un capitolo dell'ordinanza riguarda, ad esempio, "l'incontro" di alcuni capi ultrà, come Marco Ferdico, finito oggi in carcere, "con il calciatore Skriniar" e "i primi contatti con l'allenatore" Simone Inzaghi.
Il favore di Inzaghi
Marco Ferdico, il capo ultrà interista finito oggi in carcere, "ha esplicitamente chiesto a Inzaghi", l'allenatore dell'Inter, "di intervenire con la Società, o meglio direttamente con Marotta", presidente nerazzurro, "al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti" per la finale di Champions di Istanbul dello scorso anno.
Lo si legge nell'ordinanza cautelare sul blitz contro gli ultras, che fa riferimento ad intercettazioni del maggio del 2023. Ferdico, si legge ancora negli atti, avrebbe ottenuto "la promessa di Inzaghi di intercedere con i vertici Societari". Inzaghi che gli avrebbe detto: "Parlo con Ferri con Zanetti con Marotta".
Notizia alla quale Inzaghi ha risposto, durante la conferenza stampa alla vigilia della gara di Champions League contro la Stella Rossa, con un no comment: "Ci ha detto la società che c'è un'indagine in corso e quindi non dire niente sull'accaduto".