Il Milan soffre ma espugna Udine con una rimonta firmata da Jovic e Okafor
L'aveva detto ieri, prima del match tra la sua Udinese e il Milan, Gabriele Cioffi. Per il tecnico bianconero la sua squadra aveva tre fenomeni: l'infortunato Deulofeu, il leader Pereyra e Thauvin. Ed è stato proprio quest'ultimo a rendere profetico il suo allenatore con il lampo che stasera ha illuso i friulani di poter ottenere una gioiosa vittoria. E pensare che il Milan, che ha dovuto usare il proprio blasone per rimontare nel finale e portare il risultato sul 2-3, era partito benissimo dopo l'ennesimo affondo in inserimento di Loftus-Cheek dopo l'azione della solita catena composta da Leao e Theo Hernandez, che metteva perfettamente un cross basso al centro sul quale è stato chiave il velo di Giroud, che sarebbe stato poi fondamentale anche nell'occasione del gol del pari definitivo.
L'Udinese, però, non si è mai messa da parte, dando sempre prova di una certa intraprendenza. E poco dopo l'increscioso episodio degli insulti razzisti rivolti a Maignan, arrivava la perla da parte dell'eclettico Samardzic, che metteva a sedere Kjaer prima di punir il portiere francese con un rasoterra ben preciso sul primo palo. Da quel momento in poi sarebbe stato il centrocampo dei padroni di casa a spiccare, anche grazie alla sua fisicità, con Wallace a recitare la parte del cattivo nei contrasti e nell'interdizione e quella del virtuoso al momento degli inserimenti.
Cambi decisivi
A inizio secondo tempo, l'avvicendamento tra il Tucu e il fantasista mancino francese diventava la mossa vincente di Cioffi. L'abilità col pallone dei piedi del francese, infatti, permetteva ai padroni di casa di guadagnare metri e anche di rendersi pericolosi nelle zone calde. E poco dopo il 60esimo, dopo che Maignan aveva respinto d'istinto un tiro ravvicinato di Payero, entrato un minuto prima al posto di Samardzic per dare una scossa, arrivava il guizzo di Thauvin, che infilava le mani di Maignan dopo un'azione che sembrava sfumata dopo un'incertezza doppia tra Reijnders e Theo Hernandez.
Ma il terzino francese era stato troppo scottato dallo spunto del suo connazionale e ha con insistenza cercato la propria redenzione personale proponendosi sempre sull'out mancino, dove Leao cercava gli affondi ma senza mai riuscire a trovare la linea estrema del campo per innescare Giroud. Fino a quando, all'83esimo, il portoghese non decideva di lanciare una pallata alta in verticale proprio per Theo, che trovava nuovamente un tracciante decisivo in mezzo sul quale, dopo una ribattuta, Giroud colpiva la traversa. Sul rimpallo, però, era ben appostato Jovic, entrato poco prima per Pulisic.
Poi, l'istinto di sopravvivenza dei rossoneri ha avuto la meglio: il corner dalla destra trovava Okafor in ottima posizione, e lo svizzero risolveva l'incontro al 93esimo. La quarta vittoria di seguito per il Milan è quella d'istinto, di chi non si arrende mai. E che potrebbe significare una svolta importante per quest'anno.