Di Lorenzo: "Presupposti per una buona stagione", Dionisi: "In 10 una montagna da scalare"
Il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo ha parlato ai microfoni di DAZN dopo la vittoria dei suoi contro il Sassuolo, in cui ha anche segnato la rete del definitivo 2-0: “Siamo maturati tanto nella gestione del pallone, già dallo scorso anno. Contro il Sassuolo sono sempre gare difficili, ma abbiamo fatto una buona partita, siamo contenti di aver fatto bene avanti ai nostri tifosi. Con Politano proviamo sempre i movimenti che si sono visti oggi, non vogliamo dare punti di riferimento agli avversari."
E ancora: "Abbiamo giocato bene, conquistando una vittoria importante e siamo felici di questo. Molto più offensivo con Garcia? Cerco sempre di mettermi in una posizione che possa dar fastidio all’avversario; avevo di fronte Laurienté, ho spinto per farlo difendere il più possibile e per limitarlo. Siamo partiti forte, rispetto all’ultima col Frosinone, ci sono tutti i presupposti per fare una bella stagione”.
Le parole di Dionisi
Sempre ai microfoni di DAZN è intervenuto il mister del Sassuolo, Alessio Dionisi: “Dopo la prima parte, siamo usciti e pian pianino stavamo facendo qualcosa di buono. Abbiamo avuto un’occasione su calcio d’angolo, poi in dieci contro undici contro il Napoli diventa una montagna da scalare a mani nude. Primo tempo positivo, i ragazzi mi son piaciuti, quasi tutti.”
Il “quasi tutti” è riferito a chi? “Capite abbastanza di calcio per non dire altro”.
Cosa ha detto Lopez all’arbitro? “Non lo so, di sicuro qualcosa avrà detto per essere espulso”.
Preferisce il 4-2-3-1 o il 4-3-3? “Oggi Henrique doveva aiutare il centrocampo e smarcarsi tra le linee. Dipende dall’equilibrio che riusciamo a trovare: il mio primo anno qui eravamo efficaci e giocavamo con quattro attaccanti, oggi con un centrocampista in più stiamo meglio. Son convinto che nel secondo tempo saremmo usciti ancor di più in undici contro undici, perché le squadre si allungano. Peccato perché nella partita si è creata un’altra partita”.
C’è un po’ di nervosismo e qualche situazione che svanirà con la fine del mercato? “Il mercato aperto non aiuta, soprattutto per un club come il nostro. Ma l’unico modo per avere ambizioni è non fermarsi, serve sempre fare e fare. Sapevamo sarebbe stato un inizio difficile, stiamo recuperando giocatori e hanno giocato anche i nuovi. Non piace a nessuno partire con due ko, ma non è questo il problema alla seconda giornata. Chi non vuol far parte di questo gruppo, può farsi da parte”.
Che campionato sarà? “Più difficile rispetto al passato, ma noi crediamo nella valorizzazione dei giovani attraverso il gioco. I risultati danno maggior consapevolezza, ma abbiamo cambiato tanto e sono arrivati tanti giovani. Serve tempo per continuare a crescere, sarà una stagione più difficile delle altre ma potremo toglierci comunque soddisfazioni”.
Il commento di Garcia
Poi è arrivato il turno del mister napoletano, Rudi Garcia.
“Osimhen è uscito arrabbiato? Ha ragione. L’obiettivo non era solo vincere: non abbiamo preso gol, abbiamo giocato bene, ma potevamo fare meglio anche sul piano offensivo. Per segnare di più serve, però, prendere la porta. E noi, stasera, siamo stati molto imprecisi. Dal minuto 30 al minuto 45 abbiamo lasciato troppo la palla al Sassuolo. Peccato per Raspadori: dispiace per il palo, non per il rigore dove lo hanno sbagliato tutti”.
Juan Jesus titolare? Come sta Natan? “Natan ha bisogno di tempo, deve imparare il nostro calcio e la lingua, deve inseirsi dentro. Lo vedo meno timido. Tra Juan Jesus e Ostigard ho scelto l’esperienza del primo, ha risposto benissimo nelle prime due partite, è un leader di questa squadra”.
Osimhen ha lasciato battere Raspadori? “Assolutamente sì, è stato un gran bel gesto”.
Qual è il ruolo di Raspadori? Come sta Kvara? “Raspadori può giocare nei tre dietro la punta: può fare tutto in avanti. E sono sicuro che segnerà e farà tanti assist. Va sfruttato, sono contento di lui perché lavora tanto anche per la squadra. Kvara ha avuto una preparazione molto spezzettata, saltando 12 giorni di allenamento. Su cinque settimane ne ha fatte due di lavoro, era meglio per lui entrare in corsa quando erano stanchi gli avversari”.
Lo scudetto sulla maglia può essere una pressione? “Ai calciatori ho detto: un giorno che sarete stanchi, abbassate la testa e guardate il tricolore. È una spinta, un onore: vogliamo difenderlo al meglio, come fatto nelle prime due giornate”.