Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Dean Huijsen, il tulipano della Vecchia Signora è pronto a sbocciare

Marco Romandini
Dean Huijsen
Dean HuijsenAFP
Alla scoperta del difensore che ieri ha fatto la sua prima apparizione in Serie A. Un ragazzino di 18 anni di cui si dice un gran bene, e soprattutto ne pensa un gran bene il suo allenatore Max Allegri.

Se a 18 anni fai il tuo debutto in Serie A a San Siro contro il Milan, con la tua squadra in vantaggio di un gol soltanto, e come prima palla ti permetti il lusso di anticipare Leao, stoppare elegantemente il pallone di petto e passarla al compagno, vuol dire che un po' di fiducia nei tuoi mezzi ce l'hai. Se poi con la palla tra i piedi temporeggi, dando ampie indicazioni ai compagni con le braccia su dove dovrebbero trovarsi per ricevere il passaggio, vuol dire anche che oltre alla sfrontatezza giovanile unisci anche un bel po' di personalità. 

Tutto questo è Dean Huijsen, che ieri ha fatto il suo esordio nel massimo campionato italiano al 78' di Milan-Juventus. L'ennesimo figlio della Next Gen della Signora, e uno dei pargoli più promettenti, se non il più promettente di tutti. Lo pensa anche il suo allenatore Massimiliano Allegri, che non ha mai nascosto l'ammirazione verso questo olandesino dinoccolato, alto e longilineo. Ieri, una carezza a scompigliargli i capelli, una pacca sulla schiena e via in campo a sostituire il compagno di reparto Gatti, nonostante un risultato in bilico con un Milan che - seppur in dieci - doveva provare l'assalto finale. 

La carriera di Dean Huijsen
La carriera di Dean HuijsenFlashscore

Tranquillità, tecnica, eleganza

L'olandese colpisce per la tranquillità con cui sta in campo, dote confermata da compagni e allenatore, oltre che per una tecnica di alto livello e un'eleganza nei movimenti innata. Alto 1.93 m è dotato anche di un ottimo tempo negli inserimenti che lo ha portato spesso a segnare gol di testa nelle giovanili, ma grazie alle qualità tecniche e a una certa freddezza si distingue anche anche nei calci di rigore. Sin dai tempi del Malaga è abituato a saltare un paio d'anni di categorie, il che la dice lunga anche sulla sua maturità. La Juventus l'ha prelevato proprio dalla squadra andalusa nel 2021 perché, seppur nato ad Amsterdam, Huijsen è cresciuto in Spagna seguendo il padre ex calciatore, Donny, che ha giocato nell'Ajax, nel Go Ahead Eagles, nell'Haarlem, nell'AZ e nell'MVV, per poi trasferirsi a Marbella

A Torino, nonostante le grandi aspettative che derivano dal suo evidente talento, il percorso non è stato tutto rose e fiori. Questo doveva essere l'anno della consacrazione, a conferma della bontà della scelta di mandare via uno come Bonucci per fargli posto, ma nella Next Gen qualche incertezza di troppo ne ha ritardato l'inserimento, come confermato anche da Allegri nel pre partita di Milano: "Huijsen ha avuto un momento un po' difficile ma ora è pronto per giocare".

Più rosso che arancione

Ora Hujsen è pronto a prendersi la Vecchia Signora, una mossa che per mercato e prestazioni non sempre all'altezza non è riuscita a un'altra grande promessa orange, pagata però profumatamente dalla Juventus che voleva farne il difensore del futuro: Matthijs De Ligt

Compagno per un breve periodo a Torino con cui potrebbe non giocare più, almeno in nazionale, visto che nonostante faccia parte dell'Under 19 olandese, i media spagnoli scrivono che Huijsen punterebbe a partecipare ai Mondiali del 2030 con la Spagna.

Il bianconero ha infatti frequentato l'accademia giovanile del Malaga, il Costa Unida, e sempre in terra iberica ha svolto due provini con Barcellona e Real Madrid, ma l'offerta della Juventus è stata ritenuta più convincente e il giocatore è volato a Torino. Ora, però, quasi a farsi perdonare dalla terra che l'ha visto crescere vorrebbe giocare per la nazionale spagnola, un po' come i naturalizzati Aymeric Laporte e Robin Le Normand che hanno deciso di preferirla a quella transalpina. Vedremo cosa succederà.

Il suo destino è ancora tutto da scrivere.