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Barella: "All'Inter mi fanno sentire Dio, il calcio è prima una passione che un lavoro"

Nicolò Barella
Nicolò BarellaPiero Cruciatti / ANADOLU / AFP
Il centrocampista nerazzurro e dell'Italia racconta il suo modo di essere e di interpretare il calcio e la vita

"Ciò che mi rende orgoglioso è quando un avversario mi fa capire che sono forte; i miei compagni mi fanno sentire Dio, ma lì c'è anche l'amicizia che condiziona. Mi è capitato che qualcuno in campo volesse la mia maglia, anche di giocatori forti: per me è un orgoglio". Queste le parole di Nicolò Barella al canale YouTube di Matteo Caccia. 

Il centrocampista, ormai unito anima e corpo all'Inter, manifesta il suo grande attaccamento alla sua terra d'origine, la Sardegna:  "Essere sardo significa essere duro e tosto nelle idee. Il fatto di non 'vendersi', che forse non è la parola adatta. Io non mostro quello che non sono, io preferisco essere antipatico ma autentico. Sono onesto. Ci sono anche delle caratteristiche del mio modo di essere che non tutti concepiscono e che sto cercando di limare. Ma preferisco sbagliare che nascondermi".

Le parole di Nicolò Barella
Le parole di Nicolò BarellaPietro Cruciatti / AFP / Stats Perform

Sul suo amore per il pallone: "Il calcio resta una passione perché è un gioco prima che un lavoro. Ci sono cose non piacevoli in questo mondo, le critiche, soprattutto sui social. Questo diventa un impegno per la testa, magari porti malumori a casa. Nella vita di un calciatore conta, da piccolo non pensavo ci sarebbero state così tante sfaccettature".

Incalzato sul suo carattere di giocatore combattivo e che protesta spesso, il sardo ha dichiarato: "Sono cresciuto, ora ho più esperienza e cerco di essere meno impulsivo. Cerco di divertirmi di più, non sono più chiuso come prima. Non ho più voglia di vivere così, mi godo molto di più le fortune che ho. Anche in campo porto questo; prima volevo sempre dimostrare, ora posso anche mettermi da parte e non fare gol o assist ma aiutare i miei compagni. L'anno scorso ho fatto due gol, ma è quella che mi ha reso più contento nella mia vita". 

Le statistiche di Barella in Serie A
Le statistiche di Barella in Serie AFlashscore

Riguardo il suo palmares, invece, dichiara: "Ho vinto scudetti, Coppa Italia, Supercoppa, Europeo... È più facile spiegare cosa vuol dire vincere perché vedi che sto esplodendo di gioia. Perdere non sai cosa può comportare dopo, magari un'estate brutta, e a me è successo. Ti porta a dire: 'giocherò ancora una finale di Champions?' Non mi piace perdere, l'avrei volute vincere tutte le finali che ho giocato, ma è uno stimolo per riprovarci l'anno successivo". 

Infine, il suo pensiero sull'enorme valore del suo cartellino: "Io sono arrivato dal Cagliari con una valutazione importante, ero il più pagato della storia dell'Inter prima dell'arrivo di Lukaku. Si erano create aspettative, ma io ho scelto quel progetto perché era la squadra migliore, ero sereno, ero solo felice. Stavo lasciando casa, amici e parenti, ma ero felice di fare uno step ulteriore. Non ho mai dato peso a questa cosa, ma per molti può essere un problema. Io a 27 anni mi sono realizzato nella vita, ma spero di vincere ancora".