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Addio a Joe Barone: il braccio destro di Commisso in grado di regalare un sogno a Firenze

Barone
BaroneAFP
Il manager viola lascerà un grande vuoto nel mondo del calcio dove, al fianco di Rocco Commisso, aveva regalato a Firenze un sogno.

Un viaggio partito dalla Sicilia alla volta di Brooklyn, 50 anni fa e un biglietto di sola andata per Firenze, nel 2019, quando è diventato direttore generale della Fiorentina

In mezzo, un grande amore per il calcio, anche oltreoceano, e un incontro destinato a cambiargli la vita: quello con Rocco Commisso. 

Joe Barone si è spento all'età di 58 anni al San Raffaele di Milano, a causa di un infarto poche ore prima della sfida tra la sua Viola e l'Atalanta. Il dirigente italo-americano, una moglie e quattro figli, lascia una pesante eredità anche a chi ne vestirà i panni in casa viola, dopo una avventura quinquennale che ha riportato Firenze ai vertici del calcio nazionale. 

Dai New York Cosmos alla Fiorentina

Era il 2017 quando il dirigente saliva alla guida dei New York Cosmos, in qualità di vice-presidente. Un ruolo offertogli proprio da Commisso, che, già da tempo, ne aveva intuito le doti ma, soprattutto, aveva visto in lui le qualità giuste: la capacità di programmare e di eseguire, ma soprattutto la sua affidabilità.

Dinamiche che si sono ripetute due anni più tardi, a Firenze. Il patron Commisso e il suo braccio destro, Barone, esecutore materiale dei pensieri e delle volontà del presidente, che seguiva con interesse il suo lavoro da oltreoceano.

"In questi anni lui mi ha dato una grossa mano ed è giusto dargli un meritato riconoscimento, quindi da oggi sarà il nuovo direttore generale della Fiorentina ed entrerà nel consiglio di amministrazione", aveva spiegato il magnate italo-americano.

Un sodalizio che ha fatto bene alla Fiorentina, ma anche a tutto il calcio italiano. E che ha portato la squadra di Vincenzo Italiano a giocarsi una finale europea.

Viola Park fiore all'occhiello

E poi il Viola Park, le lunghe discussioni per il Franchi, il rapporto complesso con la stampa e quell'approccio a stelle e strisce alla burocrazia che Commisso e Barone avevano chiesto a gran voce di ammodernare.

Il manager siciliano è stato l'uomo di Commisso in tutto e per tutto nel mondo del calcio. L'imprenditore, dopo averlo inviato a Firenze in sua vece in attesa di chiudere la trattativa con i Della Valle, gli aveva poi affidato la gestione e conduzione della Fiorentina fin dai primi tempi, a dimostrazione della completa fiducia e stima. 

In alcuni casi le sue decisioni e le sue esternazioni avevano suscitato critiche e polemiche ma Commisso si è sempre schierato dalla sua parte: "Più i miei dirigenti vengono criticati, più Rocco starà loro vicino, questo è il mio metodo". 

Una dichiarazione che aveva sempre confermato la solidità di una società che, in questi anni, ha regalato tanto ai propri tifosi, ma soprattutto ha cambiato la dimensione del mondo viola, tornato a guardare in alto senza più porsi limiti.