I fuoriclasse vanno premiati come si deve. E se Kylian Mbappé si è imposto per la quinta volta consecutiva come miglior goleador del campionato di Ligue 1, il premio di miglior giocatore in assoluto è un attestato di quanto il suo contributo al Paris Saint Germain vada al di là dei gol.
In una situazione difficile a livello ambientale per via delle discrepanze tra il calciatore e il presidente Nasser Al-Khelaifi, che ha chiaramente detto che se vuole giocare la prossima stagione al Psg deve rinnovare, il capocannoniere degli ultimi Mondiali ha parlato a France Football, senza però andare nei particolari di questa situazione.
Fame di vincere
"Sono sempre insoddisfatto, quindi non sono mai impressionato da quello che faccio. È già una prima chiave per capire me stesso perché tutto quello che faccio, mi dico che posso farlo ancora e meglio. Ho questa fame di vincere. Non voglio far parte di una squadra solo per partecipare. Ecco perché a volte la gente pensa che io sia arrogante", dice il francese, che poi continua: "Non ho paura del fallimento, fa parte della carriera di un calciatore. Ma ho la profonda convinzione di essere nato per vincere e voglio dimostrarlo a tutti".
Poi, interrogato sulla prossima stagione, che dovrebbe essere ancora con la maglia del Psg il nativo di Bondy ha risposto: "Sono una persona competitiva. Quando gioco, è per vincere. E non importa con chi gioco, non importa la mia maglia, non importa dove, non importa l'anno. Non mi accontento mai di vincere. Vado in vacanza, faccio un reset, recupero le energie e torno con la fame che tutti conoscono".
Psg e Champions
"Cosa manca al Psg per vincere la Champions? Non dovete chiederlo a me ma a chi costruisce la squadra. Io solo posso parlare per me e faccio del mio meglio. Sono stato cinque volte capocannoniere e adesso miglior giocatore...". Dichiarazioni in qualche modo polemiche con le politiche di recruitement del club nel quale lui vorrà provare a vincere la Champions durante quella che per lui sarà la sua ultima stagione al Parc des Princes.
A meno di cambi d'umore o di scenario improvvisi, infatti, il giocatore non si sta mostrando intenzionato a dialogare, avendo in mano un contratto che scade tra un anno esatto e che intende rispettare ma senza prolungare. L'ultimatum lanciato dal presidente di rinnovare a breve, tuttavia, per ora non è stato ascoltato