Euro 2024, Raspadori non ha dubbi: "Possiamo fare male alla Spagna"
"Credo che per come stiamo analizzando la Spagna ci sono diverse cose su cui possiamo fargli male, hanno fatto un ottimo debutto e sono una grande squadra ma dobbiamo concentrarci su di noi. Abbiamo tutte le carte in regola per poterle fare male". Giacomo Raspadori nella conferenza stampa di Iserlohn in vista di Italia-Spagna agli Europei di calcio traccia la strada per poter fare risultato nel match di giovedì.
"Il pericolo maggiore della Spagna - aggiunge l'attaccante azzurro - è che hanno una grandissima riaggressione quando conquistiamo palla, nel momento in cui la perdono cercano di trovarti impreparato. Quello che abbiamo notato è l'intensità che hanno messo con la Croazia, il correre senza palla. Dobbiamo farlo allo stesso livello, sul correre senza palla dobbiamo prestare attenzione".
Ambizione
"Me lo sto giocando al massimo, il nostro obiettivo è di mettere in difficoltà, impegnandoci al massimo in allenamento, il mister nelle scelte per cercare di avere la propria occasione".
L'azzurro non si sente sottostimato in questo momento: "Assolutamente no, sono all'interno di un gruppo di giocatori fortissimi che gioca un Europeo con la maglia della nazionale. Sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di altri giocatori. Sicuramente nell'ultimo periodo mi è mancata la continuità ma non bisogna mollare mai per farsi trovare sempre pronti".
Oggi esordisce la Georgia di Kvaraskhelia. "A Kvara faccio un grande in bocca al lupo, è un ragazzo d'oro e un talento che non sto io a scoprire. I pensieri extra (sulle voci di mercato del georgiano, ndr) ci sono perché siamo umani ma poter giocare una competizione del genere ti fa essere con la testa focalizzata solo su questo".
Spalletti
Poi Raspadori parla del ct della Nazionale dal quale è stato allenato a Napoli: "Spalletti è sempre lui, trasmette carica in ogni istante. Il tempo a disposizione rispetto a un club è meno e noi dobbiamo essere bravi ad assimilare il più possibile il suo credo per avere un'identità. Sei in nazionale da 3 anni ma sei stato titolare solo al Sassuolo. Inizi a scalpitare? Sono un ragazzo ambizioso e voglio ritagliarmi più spazio possibile. A 24 anni non mi considero più un giovane del calcio ma lavoro per crearmi più continuità".
Per l'attaccante azzurro non è necessario per l'Italia avere per forza un bomber di peso: "All'Italia serve un centravanti di struttura alla Osimhen? Non è un requisito fondamentale, ma in certe partite può essere utile. Ma in un contesto di gioco organizzato si può anche avere un attaccante che si tira fuori e crea spazi".