Coppa Italia, Gasperini: "Assenza Scamacca ci costringerà a trovare altre soluzioni"
È tempo di finale di Coppa Italia e di conferenze stampa pre gara.
Inizia Gian Piero Gasperini parlando della squalifica del suo attaccante più prolifico: "Tatticamente l'assenza di Scamacca ci costringerà a trovare altre situazioni e mi dispiace per lui che è stato privato di una finale. Forse dovremmo pensare di adeguarci a quello che succede in Europa. Le ammonizioni, almeno nelle semifinali, si dovrebbero azzerare perché così diventa un peccato in quanto nelle finali ci devono essere sempre i giocatori migliori".
Sempre Gasp: "Questa per noi è la terza finale negli ultimi cinque anni, un risultato straordinario per un club di provincia come il nostro. Ma anche per Bergamo e i tifosi bergamaschi. E' un motivo d'orgoglio per noi, tanto quanto i risultati ottenuti negli ultimi anni che devono essere il manifesto che la meritocrazia possa, anzi debba, essere un principio da tutelare e proteggere sempre".
L'allenatore dell'Atalanta, al Quirinale dove la sua squadra e la Juventus sono state ricevute dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista della finale di Coppa Italia: "La nostra speranza è che la finale di domani, cui seguirà quella di Europa League a Dublino, sia diversa dalle precedenti due - ha affermato ancora l'allenatore dei lombardi -. La certezza invece è che sarà una grande partita, in cui sia noi che la Juventus cercheremo di onorare il buon nome del calcio italiano".
"Ho sempre pensato che la Coppa Italia fosse l'unico trofeo possibile per l'Atalanta in quanto Champions e scudetto erano troppo distanti. E' la terza finale in cinque anni; le altre non sono andate bene ma noi siamo testardi. Ora abbiamo tutta l'intenzione di riuscire a vincere".
"Favorita o meno ha sempre contato poco. Spero che affronteremo la Juventus con lo stesso spirito visto con la Roma; se sapremo metterlo in campo avremo più chance. Ma la Juventus rimane una squadra indubbiamente forte", ha aggiunto l'allenatore nerazzurro, che definisce il cosiddetto modello Gasperini "replicabile, anche se non è facile.
"Abbiamo dato fiducia a squadre che non sono di primissima fascia".