L'annuncio della scelta dello stadio da 84.000 posti è stato dato venerdì sera dalla Confederazione calcistica sudamericana (CONMEBOL), con sede nella città paraguaiana di Luque.
In un comunicato, la CONMEBOL ha descritto lo stadio come "uno degli ambienti più emblematici del calcio sudamericano" e ha aggiunto che "è stato scelto per le sue infrastrutture moderne, la sua vasta storia sportiva e la sua capacità di accogliere il gran numero di tifosi che seguono gli attuali club semifinalisti".
La squadra del River Plate è ancora in gara e affronterà l'Atlético Mineiro nelle semifinali, andata e ritorno, il 22 e il 30 ottobre.
La CONMEBOL aveva annunciato a febbraio che la capitale argentina avrebbe ospitato la finale, ma non aveva ancora scelto la sede.
Sarà la prima volta che l'Estadio Monumental ospiterà la finale in una partita secca della Copa Libertadores, che dal 2019 ha sostituito il sistema a due gare, andata e ritorno.
Nell'altra semifinale, il Botafogo, allenato dal portoghese Artur Jorge, affronterà l'uruguaiano Penarol, 51 anni dopo la sua ultima apparizione in questa fase della competizione.
Il Botafogo si è qualificato per le semifinali prevalendo ai rigori (5-4) allo stadio di San Paolo, dopo il pareggio per 1-1 nella gara di ritorno del 25 settembre.
Nel 1973, il Botafogo si qualificò per le semifinali, che consistevano in due gruppi di tre squadre ciascuno, con le prime classificate che guadagnavano il diritto di giocare la finale. I brasiliani si classificarono terzi e ultimi nel Gruppo 2.
L'ultima volta che l'Argentina ospitò la finale di Coppa Libertadores fu nel 2018, quando si incontrarono i rivali del Boca Juniors e del River Plate.
La seconda tappa fu infine spostata a Madrid dopo che i tifosi del River Plate attaccarono il veicolo che trasportava la squadra del Boca Junios all'Estadio Monumental.
Da allora, la CONMEBOL assegnò l'organizzazione della finale di Libertadores a Lima (Perù), Rio de Janeiro (due volte), Montevideo (Uruguay) e Guayaquil (Ecuador).