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Zielinski, da partente a collante unico di un Napoli ancora in fase di transizione

Antonio Moschella
Il rigore trasformato da Zielinski
Il rigore trasformato da Zielinski AFP
Il polacco si è preso un'enorme responsabilità, andando di nuovo dal dischetto e contro il Real Madrid. Tra i migliori in campo ieri sera e dall'inizio della stagione, è l'azzurro che meglio ha assorbito il cambio di guida

Doveva lasciare il golfo per la sabbia dorata dell'Arabia, ma l'amore per il popolo napoletano e la voglia di sua moglie di restare in riva al Mediterraneo hanno mantenuto Piotr Zielinski in quel di Napoli, dove è di stanza dall'estate del 2016. E il polacco, che ormai è diventato tutt'uno con la piazza partenopea, sta facendo vedere a tutti come la sua permanenza sia un fatto essenzialmente positivo.

Nonostante in vari predicassero la bontà del cambio della guardia con il più giovane Gabri Veiga, finito poi lui nel campionato saudita, la sua decisione di restare a Castelvolturno, seppur in scadenza di contratto, si è rivelata finora capitale per gli azzurri. E specialmente per Rudi Garcia, che ha in lui un tenente insostituibile a livello tecnico e tattico. La sua centralità nel gioco di un Napoli ancora in transizione dalla scorsa all'attuale stagione è assoluta. E questo perché il talento e la sapienza tattica del polacco non vengono limitati da moduli o dettami strategici.

Collante creativo

Il calcio di rigore trasformato ieri sera contro il Real Madrid, palesando una freddezza nordica, è solo la punta di un iceberg sempre più solido costruito negli anni dal classe 1994, da tempo un pilastro tecnico della squadra azzurra e oggi un valore assoluto del quale Rudi Garcia non riesce a prescindere. Non a caso, eccezion fatta per il portiere Alex Meret, Zielinski è il terzo giocatore degli azzurri per minutaggio dietro l'indistruttibile capitano Giovanni Di Lorenzo e l'imprescindibile regista Stanislav Lobotka.

La sua duttilità e la sua capacità di trasformare l'azione da difensiva in offensiva anche spalle alla porta con l'agilità dei suoi movimenti lo rendono un elemento unico nella rosa azzurra. Il polacco, il cui senso di gioco gli permette di adattarsi a ogni tipo di gioco, non ha affatto risentito dei cambi di modulo o di interpretazione del gioco. Perché la sua indole da ballerino e la sua eccelsa coordinazione, nonché la capacità di essere praticamente ambidestro e dunque di assorbire in modo positivo ogni tipo di postura, lo rendono un collante creativo unico per gli azzurri. Ed è per questo che Garcia non ne fa praticamente mai a meno e ha dovuto dirottare Elif Elmas sull'esterno per dargli minutaggio. In mezzo al campo l'unico artista è lui. 

Nelle notti europee, fino a oggi, è stato tra i più costanti, provocando l'autogol decisivo per la vittoria di Braga e segnando senza scomporsi un rigore difficilissimo ieri sera. Due dimostrazioni non solo di classe ma anche di estremo carattere, qualcosa che gli si è sempre stato rinfacciato di non avere.

Zielinski contro il Real Madrid
Zielinski contro il Real MadridStats Perform / AFP

Onnipresente

Amatissimo da un guru come Jurgen Klopp, Zielinski sta vivendo, inaspettatamente, quella che è la sua miglior stagione dal punto di vista del rendimento. Perché fino a questo momento il polacco ha messo a referto tre reti e tre assist in nove partite tra Serie A e Champions. Glaciale dal dischetto, dove sembra aver preso ormai i galloni di principale fromboliere, il numero 20 azzurro è anche onnipresente in campo, dove taglia quando deve, correndo indietro più di ogni altro calciatore, e cuce quando gli è richiesto.

Poi, in zona gol è spesso presente, o per lo meno si diletta nell'arte dell'ultimo e del penultimo passaggio, ossia quando bisogna aggiungere quel pizzico di fosforo e di elettricità necessari per trovare il pertugio giusto e con il tempo adatto. Una missione che in pochi riescono a portare a termine ad alti livelli, specialmente quando le squadre avversarie chiudono la porta a chiave. La chiave del gioco del Napoli, invece, ce l'ha indiscutibilmente Zielinski, la cui onnipresenza in campo e il cui spirito di sacrificio lo stanno rendendo sempre più insostituibile. E se il Napoli campione d'Italia si poggia su un calciatore quasi partente in estate, ci sarà un perché.