Un Napoli arruffone viene trascinato a Berlino da un guizzo magico di Kvaratskhelia
È servito il guizzo del fenomeno, di quelli che anche nei campi più impantanati e negli assedi meno arrembanti trova la breccia. Khvicha Kvaratskelia, già autore di un'ottima partita a Verona sabato scorso, ha acceso il fuoco nell'umidissima notte di Berlino, dove il suo Napoli ha affrontato un'Union coriacea e che non ha mai voluto dare l'impressione di essere nettamente inferiore dal punto di vista tecnico.
I campioni d'Italia, ancora alla ricerca di un'identità precisa, hanno scavare non poco prima di trovare il tesoro al glorioso stadio olimpico di Berlino, dove il fenomeno georgiano ha deciso all'ora di gioco che toccava a lui sfondare il muro avversario di bellicosa memoria. Un'azione delle sue, con la palla a testa e puntando l'avversario, ha fruttato il gol di un Raspadori fino a quel momento combattivo ma poco concreto negli ultimi metri, vista anche l'enorme stazza dei difensori centrali avversari.
Gol e difesa
Colpa dell'ottima disposizione tattica degli uomini di Fischer, ben messi in campo con un 3-5-2 volto a tappare le ali azzurre ma anche pericolosi in alcune verticalizzazioni, specialmente nel primo tempo. I partenopei, dal canto loro, sono stati troppo imprecisi con la palla tra i piedi, con una serie di errori di primo controllo dovuti forse a un approccio approssimativo. Perché anche il solitamente glaciale Lobotka ha sbagliato tantissimi stop e innumerevoli passaggi.
E pensare che sono stati i tedeschi i più pericolosi durante la maggior parte della partita, con Meret molto più impegnato rispetto al suo collega Ronnow, che comunque al momento della verità nulla ha potuto. A dieci minuti dalla fine, infatti, un colpo di testa di Khoche portava il pallone a fischiare a pochi cm dal palo, con il portiere azzurro battuto. Nel finale salivano in cattedra i centrali azzurri Rrahmani e Natan, impeccabili nell'intercettare i cross avversari e solidi nei duelli.
Il trionfo dei partenopei porta la griffa di Raspadori, ma ha dentro di sé l'anima del guizzo di Kvara, che nelle notti europee vuole tornare a decidere. Ma è anche la vittoria di una coppia difensiva che ha stretto i denti e ha lasciato andare l'urlo della grinta di Natan nel finale. Un urlo da tre punti rabbiosi.