Rodri sull'ipotetico sciopero contro il calendario fitto: "Penso che ci siamo vicini"
"Sì, penso che ci siamo vicini". Ha risposto così Rodri, centrocampista del Manchester City, alla domanda sull'ipotesi di uno sciopero dei calciatori di fronte ai calendari sempre più affollati.
La voce del nazionale spagnolo si aggiunge a quella dell'allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti che, in vista dell'impegno con lo Stoccarda, ha parlato di "calendario troppo impegnativo", aggiungendo: "Se gli organismi di comando del calcio non iniziano a pensare che i giocatori si fanno male perché si gioca troppo abbiamo un problema". Anche il portiere del Liverpool, il brasiliano Alisson, ha posto il problema: "Si gioca troppo e nessuno ci interpella".
Parlando alla vigilia dell'esordio dei "Citizens" contro l'Inter in Champions, la cui nuova formula prevede otto partite e non più sei prima della fase a eliminazione diretta (in totale, 189 partite contro 125), Rodri ha fotografato un calendario - reso ancora più pesante dal Mondiale per club della prossima estate - che sta diventando insostenibile.
In campo 66 volte in un anno
Il nazionale spagnolo, laureatosi campione d'Europa la scorsa estate, ha giocato in totale 66 partite fra luglio 2023 e luglio 2024, restando in campo 6107 minuti. "Se chiedi a qualsiasi giocatore, ti dirà lo stesso, è un'opinione generale tra di noi, non solo di Rodri", ha risposto ai media prima della sfida all'Inter.
"Se continua così, prima o poi non avremo altra scelta - ha detto a proposito di un possibile sciopero - Ma non so cosa succederà. In ogni caso è una cosa che ci preoccupa perché siamo noi a pagarne le conseguenze".
All'inizio di questo mese, il sindacato mondiale dei calciatori, FIFPro, ha chiesto misure di protezione per i giocatori, sottoposti a un carico di lavoro eccessivo da un calendario in continua espansione.
Rodri non se l'é sentita di "dare un numero esatto" di partite sostenibili in una stagione, ma "60 o 70, no. Tra 40 e 50 un giocatore può rimanere al massimo livello. Poi si diminuisce perché non è sostenibile fisicamente".
Il programma attuale, "a mio modesto parere, è eccessivo - ha insistito - "Dobbiamo prenderci cura di noi stessi, siamo i protagonisti di questo sport, o di questo business, come lo si chiami".
Secondo Rodri è in gioco la qualità dello spettacolo: "Se la gente vuole vedere un calcio migliore, dobbiamo poter riposare", ha aggiunto. In altre parole, "più aumenta il numero delle partite, più diminuiscono il livello e la qualità"