OPINIONE - Napoli e la cronaca di un disastro annunciato: nuova giravolta che fa male
La confusione ha raggiunto oramai livelli preoccupanti. Essere il peggior campione d'Italia in carica della storia recente della Serie A rischia di passare alla storia come un mero aneddoto se comparato a quello che potrebbe ancora succedere da qui a fine stagione.
Il Napoli non c'è. In realtà, quest'anno, non c'è mai stato. E la colpa è di una sola persona, come lui stesso ha ammesso qualche giorno fa: Aurelio De Laurentiis.
Fino all'anno scorso, la personalità di Luciano Spalletti e l'esperienza di Cristiano Giuntoli erano servite come una sorta di argini, talmente solidi da riuscire, per un un bel po' di tempo, a canalizzare nella giusta direzione la sua esuberanza.
Quando, però, l'esuberanza è tornata a essere egocentrismo, il disastro è stato inevitabile. Intendiamoci, De Laurentiis ha tantissimi meriti tra i quali quello importantissimo di aver creduto (oltre che salvato e rilanciato) nel Napoli quando nessuno sembrava essere disposto a farlo.
Il visionario
Il suo più grande problema è stato, però, quello di non essere riuscito mai ad accettare i suoi limiti, gli stessi che quando s'è fatto aiutare da professionisti veri non gli hanno impedito di vincere. Tuttavia, dopo essere rimasto buono per un po', DeLa ha deciso di fare nuovamente di testa sua.
Sbagliando. E anche clamorosamente. E già, perché non c'era davvero bisogno di un indovino per capire che l'avventura di Rudi Garcia sarebbe naufragata presto. Lui, però, alle critiche ha risposto con l'indifferenza del visionario che crede di vedere chiaramente quello che gli altri non riescono nemmeno a mettere a fuoco. E, invece, avevano ragione gli altri ed è andata male, malissimo.
Ed è successa la stessa cosa quando ha deciso di adottare una misura del XX secolo per affrontare un problema del XXI. Fare il traghettatore in un top team al giorno d'oggi è un 'impresa proibitiva. L'ego dei calciatori attuali ha cambiato irrimediabilmente gli equilibri all'interno di uno spogliatoio rispetto a 20 anni fa, quando per ogni tre che si sentivano campioni ce n'erano almeno dieci che erano consapevoli di essere gregari.
Mazzarri non ha colpe
Oggi sono tutti fortissimi e meritano tutti di giocare nell'undici titolare... E se così non è colpa dell'allenatore. In una dinamica del genere, anche il tecnico più esperto e con un contratto a lunghissima scadenza farebbe fatica a tenere saldamente in mano le redini del proprio spogliatoio. Figuriamoci un traghettatore.
Walter Mazzarri, però, non ha colpe. Quando Antonio Conte ha mandato a dire a De Laurentiis che non sarebbe mai subentrato a stagione in corso e Igor Tudor, che non è uno stagista che può prendere oggi e scaricare tra sei mesi, ha chiesto delle garanzie, l'unico che ha risposto "sì" a De Laurentiis è stato proprio il tecnico toscano.
Quante erano le probabilità di successo del secondo allenatore stagionale scelto dal presidente del Napoli? Minime. Anzi, inesistenti. E, infatti, a 48 ore dalla sfida più importante dell'anno, quella di mercoledì sera contro il Barcellona, valida come andata degli ottavi di finale di Champions League, all'ombra del Diego Armando Maradona non si parla dei blaugrana, ma del prossimo allenatore azzurro.
Avanti il prossimo
E così, dopo il ripescato e il traghettatore, è la volta del ticket a tempo determinatissimo. E già, perché, a quanto pare, De Laurentiis non solo non lascia, ma raddoppia: il ct della Slovacchia, Francesco Calzona arriverebbe, infatti, accompagnato da Marek Hamsik che avrebbe il compito tenere a bada lo spogliatoio del quale, fino a poco tempo fa, era il leader indiscusso.
Insomma, anche in questo caso, la premessa non è affatto delle più confortanti per i tifosi della squadra campione d'Italia in carica. Quello che è certo è che il margine di errore è nullo: dalla bontà dell'ennesimo ribaltone di De Laurentiis dipendono le possibilità di riacciuffare un piazzamento europeo che, quasi sicuramente, non sarà Champions. A meno che, stavolta, il visionario non sia davvero riuscito a vederci meglio degli altri.