Se le voci sono fondate, sembra che lo spagnolo abbia perso non solo lo spogliatoio, ma anche la fiducia della dirigenza dopo una serie di risultati deludenti.
Dopo un buon avvio nella stagione 2025/26, la rosa titolare è stata colpita dagli infortuni e, di conseguenza, i Blancos hanno faticato a offrire le prestazioni che ci si aspettava da loro.
Mbappé assente, i problemi del Real aumentano
La fortuna di Xabi Alonso non è cambiata in tempo per il suo incontro con l’ex mentore Pep Guardiola, visto che Kylian Mbappé – eroe del Real Madrid nell’ultima partita contro Olympiacos, quando segnò tutti e quattro i gol nel successo per 4-3 – è stato l’ultimo a essere escluso, per infortunio, dalla formazione titolare.

Prima del fischio d’inizio, i padroni di casa occupavano la quinta posizione nella classifica di Champions League con 12 punti, mentre i 10 punti del City li ponevano al nono posto, appena fuori dalle posizioni che garantiscono la qualificazione automatica agli ottavi.
Se le sei modifiche di Alonso erano dovute principalmente all’emergenza infortuni del Real, il turnover di 10 giocatori da parte di Guardiola rispetto a chi era sceso in campo contro il Bayer Leverkusen ha mostrato a tutti la profondità della rosa a disposizione del tecnico catalano.
Avvio brillante dei Blancos
Questa era la 14ª trasferta di Pep contro i Blancos nella sua carriera da allenatore, secondo solo alle 15 visite all’Arsenal, ma a favore dei padroni di casa c’era il fatto che Guardiola non aveva mai vinto nelle ultime quattro visite (2 pareggi, 2 sconfitte).
La 50ª presenza da titolare di Erling Haaland in UCL non poteva arrivare in uno stadio più prestigioso del Bernabeu, e i suoi 50 gol nelle precedenti 49 presenze da titolare rappresentano già il record assoluto per un giocatore nelle prime 50 partite nella competizione.

L’inizio vivace della gara ha visto il Real partire forte, con tre occasioni da gol nei primi sette minuti firmate da Fede Valverde, Alvaro Carreras e Vinicius Jr.
Anche se il City non è riuscito a impensierire Thibaut Courtois nelle fasi iniziali, ha comunque mantenuto il possesso per il 66% nei primi 15 minuti, impostando così il ritmo per il resto della partita.
Haaland ai margini del gioco
Fino a quel momento Haaland non aveva ancora toccato il pallone, rimanendo ai margini della partita.
Al contrario, il rientrante Rodrygo si è subito messo in evidenza, creando tre occasioni da gol – più di qualsiasi altro giocatore in campo – prima di sbloccare il risultato con un gran tiro che ha battuto Gianluigi Donnarumma.
Al brasiliano sono servite 32 partite e 38 tiri per ritrovare la via del gol, dopo l’ultima rete contro l’Atletico Madrid a marzo. Questa è stata anche la sua quinta rete contro il City, il suo record contro una singola avversaria.
L’assist di Jude Bellingham per il gol è stato il primo in questa edizione della UCL, ma il 14° totale nella competizione.
La prestazione dell’inglese è stata completa: tre tiri in porta, tre occasioni create, 11 passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo, due dribbling vincenti e due contrasti vinti, arrivata nel momento giusto.
Courtois responsabile del pareggio del City
Il vantaggio del Real è durato solo sette minuti, e Thibaut Courtois non può che prendersi la colpa per aver respinto male il colpo di testa di Josko Gvardiol, servendo il pallone sui piedi di Nico O'Reilly.
Il terzino ha trovato il pareggio, diventando il secondo più giovane di sempre a segnare per una squadra inglese contro il Real Madrid in Champions League, dietro solo ad Alan Smith con il Leeds United nel marzo 2001.
Il solito gol di Haaland è arrivato prima dell’intervallo, su rigore, con appena il suo sesto tocco del primo tempo dopo essere stato atterrato da Antonio Rudiger. Serata da dimenticare per il tedesco, che ha portato a termine un solo contrasto vincente.
Incredibilmente, dal marzo 1991 contro lo Spartak Mosca, e solo per la seconda volta nella storia del Real, la squadra aveva segnato per prima ma era andata sotto all’intervallo in una gara di Coppa dei Campioni/Champions League.
Senza la velocità che Mbappé garantisce in attacco, i padroni di casa hanno faticato a superare la solida difesa del City.
Dominio a centrocampo, la chiave del successo del City
I 17 disimpegni della difesa ospite sono stati quasi pari a quelli dell’intero undici del Real, senza contare la precisione nei passaggi, con O'Reilly che ha fatto registrare un incredibile 91,4% di passaggi riusciti.
Tuttavia, è stato il controllo del City nelle zone centrali del campo a risultare decisivo per la vittoria.

Con il Real privo di Valverde nel suo ruolo naturale, pur non essendo leggero a centrocampo, non è riuscito a reggere il confronto con gli ospiti. La precisione del 96,6% di Nico Gonzalez (100% nell’ultimo terzo di campo) è stata la migliore in assoluto, e uno dei motivi per cui i Blancos si sono spesso ritrovati a inseguire.
I fischi dagli spalti ben prima del triplice fischio, così come i 16 tiri totali ma solo uno nello specchio, raccontano la partita.
Occasione persa
Guardiola ha ritenuto che la sua squadra fosse in una posizione abbastanza tranquilla da poter sostituire Haaland, Phil Foden e Rayan Cherki a 20 minuti dalla fine.
Con il City che ha abbassato il ritmo, nel finale il Real ha avuto una serie di occasioni da gol che, in un’altra serata, avrebbero potuto portare al pareggio. Il tentativo di Endrick sulla traversa è stato il più vicino al gol.
Analizzando la partita a freddo, Alonso avrà capito che questa è stata una grande occasione sprecata.

La sua squadra ha avuto più possesso, ha tirato di più e ha effettuato più passaggi rispetto al City, ma quando contava davvero, i giocatori non sono riusciti a fare la differenza. Di nuovo.
I sei cross, sei dribbling e cinque occasioni create da Rodrygo, oltre all’unico tiro in porta del Real, almeno gli permettono di uscire a testa alta in una serata negativa per il club.
Solo il tempo dirà se questa sarà stata l’ultima partita di Alonso…
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