Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Banchero guida i giovani atleti di Pau Gasol nella notte delle Rising Stars

Paolo Banchero in azione
Paolo Banchero in azioneAFP
Desiderato oltremodo in Italia, il giocatore degli Orlando Magic è uno dei più attesi nella notte delle future speranze NBA

19,9 punti, 6,6 rimbalzi e 3,6 assist a partita. Una media da rookie sopra le righe quella di Paolo Banchero, che da prima scelta del draft d'inizio stagione è diventato quasi in automatico uno dei giovani più interessanti da seguire nel torneo attuale. Il suo exploit, atteso ma non scontato, lo ha così proiettato in una dimensione inedita: il nativo di Seattle è il primo giocatore di cittadinanza italiana a essere presente in un evento del weekend All Star al debutto assooluto nella NBA.

Semplice come il 5 che veste con gli Orlando Magic, l'oggetto del desiderio di Gian Marco Pozzecco e di tutta l'Italia del basket ha assunto uno stato di fenomeno confermato dalla decisione di Pau Gasol di averlo come prima scelta per la sua squadra. Dopo essere stato nominato miglior rookie della Eastern Conference nel mese di dicembre, il classe 2002 ha continuato a mettere in saccoccia punti su punti, dando prova di una terribile efficacia dal punto di vista offensivo. I margini di miglioramento, specialmente nell'arte di difendere e della corsa all'indietro, sono infiniti, ma il suo contributo nell'economia del gioco della franchigia della Florida è assoluto, visto che parliamo del miglior marcatore, del secondo miglior rimbalzista e del terzo fornitore di assist. A soli 20 anni, l'età più bassa del roster allenato da Jamahl Mosley.

Grunge

La sua irruzione è stata di quelle storiche. Nato nella terra del grunge, il genere musicale che agli inizi degli anni '90 rivoluzionò il mondo delle sette note attraverso i riff distorti ma accattivanti dei vari Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden, solo per citare i più noti, Banchero è stato il miglior rookie dai tempi di LeBron James per le statistiche raccolte all'esordio. 27 punti, 9 rimbalzi e 5 assist il bottino del suo primo match da professionista in NBA. Numeri da predestinato. E anche un'attitudine che lascia ben sperare.

L'urlo graffiato alla Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, è rappresentativo del carattere del numero 5 dei Magic, che come ormai spesso accade a volte si veste anche da playmaker, alla LeBron, nonostante i suoi 208 cm d'altezza lo costringano a giocare prevalentemente da ala. Indomito e alla ricerca di un miglioramento costante, è senza dubbio lui uno dei volti del Rising Stars di questo weekend. Un evento che nel formato moderno a quattro squadre e con tempi ridotti è forse meno attraente delle sfide che un tempo vedevano i Rookie ai Sophomore, che creavano la contesa tra matricole assolute e giocatori al secondo anno, ma è ugualmente provante.

Per non farsi mancare niente, il talento tricolore sarà presente anche nello 'Skills Challenge' di sabato, dove farà squadra con Jabari Smith Jr. e Jaden Ivey. La prova prevede sfide di abilità nel tiro, nel passaggio e nelle conclusioni da centrocampo. Invischiato dalla mediocrità dei Magic, con i quali non raggiungerà i playoff, Banchero cerca consolazione nel weekend delle stelle, dove proverà a sprigionare tutta la luce del fuoco che brucia al suo interno. Con la rabbia di un ruggito di grunge. E con tutta l'Italia a guardarlo.